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Come smontare 8 frasi politicamente corrette – Antonio De Filippi

Il nostro ospite ci dice che il Padreterno è liberale, Antonio Martino ci informa che Malagodi è socialista e il ministro della cultura non resiste ad informarci che Dante è fascista; insomma è chiaro che sotto il cielo la confusione è grande. Ma queste, per quanto paradossali, sono affermazioni che hanno un fondo di verità e ci spingono a investigare l’apparente contraddizione che contengono, obbligandoci ad andare oltre l’opinione comune che altrimenti ci dominerebbe.

Al contrario le certezze o le semplici cazzate che quotidianamente ci vengono inflitte da social e quotidiani, propagandano solo il politicamente corretto che, nato per proteggere dalle discriminazioni, è finito per diventare prescrittivo dei comportamenti e dei pensieri considerati corretti, perdendo ogni elemento di libertà e di utilità. Il confine è labile e quelle che potremmo scambiare per opinioni magari non condivisibili ma legittime, sono invece l’espressione più subdola del politicamente corretto. Ed è a queste che voglio rispondere nel modo più scorretto possibile.

1. “L’italia è stanca della guerra…”. Non siamo stanchi, siamo spaventati, preoccupati e consapevoli di non essere in grado di fronteggiare non una guerra ma anche solo la carenza di avogado toast sui nostri menù. Siamo viziati dall’opulenza, rivendichiamo diritti ma non assolviamo i doveri, l’unica cosa che dovremmo chiederci e se in Italia esistono ancora uomini e donne come Fabrizio Quattrocchi, perché sarebbero gli unici capaci di fermare questa guerra combattendo, consapevoli che sia il solo modo per fermare anche la prossima.

2. “La strage dei ragazzi in auto…”. Non è una strage per il semplice motivo che per fare una strage occorre uno stragista, quella di Roma è una disgrazia figlia della stupidità, dell’inesperienza e della sfortuna, e questa volta le strade di Roma, malgrado l’incapace Raggi e l’inutile Gualtieri, non c’entrano nulla.

3. “Più soldi a tutti i professori…”. No perché dare più soldi a tutti significa semplicemente mantenere, negando l’evidenza, inalterato il vantaggio di chi vive in zone dove il costo della vita è inferiore e perché dare più soldi a tutti, negando il merito, è semplicemente populismo pagato con le tasche degli altri.

4. “Il mio Pd per il lavoro non sfruttato e per il salario minimo”, dice Schlein. Evitare lo sfruttamento del lavoro è un problema ampiamente risolto dalle leggi a tutela dei lavoratori, evocare il salario minimo per risolvere il problema, in un Paese dove l’80% dei lavoratori fa riferimento ad un contratto collettivo nazionale, è semplicemente una fesseria. Per ulteriore chiarezza, quelli che sono sfruttati realmente probabilmente non hanno il salario minimo ma di certo non hanno uno straccio di contratto che possa tutelarli.

5. “Via la protezione ai migranti gay”. Un emendamento a firma di un cretino sconosciuto, bocciato e vilipeso anche dalla sua maggioranza, assurge a simbolo della mancanza di tutele ai migranti, senza comprendere che noi dovremmo tutelare i gay non solo quando arrivano nel nostro Paese, ma evitando che possano essere discriminati nei loro paesi di origine che, guarda caso, sono spesso quei paesi musulmani che il politicamente corretto adora (uno per tutti la Palestina).

6. “Il tatto, l’ascolto e la vigile attesa per i bimbi decisi a cambiare sesso…”. I bimbi: machecazzostatedicendo.

7. “Profughi per sempre…”. Quella sull’immigrazione è sempre più una guerra tra poveri e come sempre queste sono guerre brutte, sporche e cattive. Riguardare il film di Scola del 1976, insegna più di mille convegni.

8. “Emergenza clima…”. È un problema da ricchi e come sempre quando sono i ricchi (persone o nazioni) a prendere le decisioni chi ci va di mezzo sono i poveri. Spiegate in Africa che si deve diminuire l’aria condizionata o spiegate ad un impiegato milanese che per entrare a casa sua il prossimo anno dovrà cambiare automobile, perché la sua è troppo inquinante.

Per chiarezza i virgolettati sono presi, negli ultimi 3 giorni, dalle principali testate italiane, fonti inesauribili di politicamente corretto.

Antonio De Filippi, 1° febbraio 2023

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