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Supercoppa Milan-Inter, che idiozia giocarla in Arabia Saudita

Ennesimo scandalo nel calcio nostrano. Questa volta non riguarda doping, scommesse clandestine, dichiarazioni eclatanti di qualche giocatore o risultati a sorpresa sul campo. Coinvolge semplicemente il “dio” denaro. Il calcio italiano, ormai sempre più assetato di soldi, ha scelto di giocare la finale della Supercoppa Italiana tra la detentrice dello scudetto, il Milan, e la vincitrice della Coppa Italia, l’Inter, a Riad, in Arabia Saudita. Lo scenario della partita sarà l’impianto dal nome altisonante di King Fahd International Stadium, noto anche come “la Perla degli stadi” o semplicemente “la Perla”.

Si parla tanto di preservare San Siro dalla furia demolitrice di Milano (e quale palcoscenico migliore si potrebbe avere per questa finale?) e invece si va a giocare la partita in Arabia. Gli allenatori, specialmente quelli delle squadre più blasonate e maggiormente impegnate in molteplici tornei, si lamentano spesso dei troppi impegni ravvicinati per i loro giocatori, e si vola invece in Medio Oriente per una finale.

Ci si è tanto scandalizzati per i recenti mondiali di calcio giocati in Qatar, Paese che palesemente calpesta i diritti fondamentali dei cittadini, dei lavoratori e delle donne e si disputa la finale del trofeo italiano in uno Stato, il Regno dell’Arabia Saudita, che non è certo più virtuoso. Sul sito internet di Amnesty International, nel Rapporto 2021-2022 su Medio Oriente e Africa, vengono chiaramente descritti i reati contro la libertà di espressione e alcuni basilari diritti umani perpetrati alla luce del sole nella penisola arabica.

Per approfondire:

Tornando alla pecunia, Milan e Inter si divideranno un premio complessivo da 7,5 milioni (quindi circa 3,5 a testa) secondo il contratto siglato tra Lega Calcio, Ministero dello Sport saudita e la Sela Sport, che si occupa della manifestazione, come riportato dal Corriere della Sera. Per assicurarsi lo show tutto italiano della Supercoppa (che, realisticamente, non è neanche il trofeo più ambito dai club nostrani), secondo il Sole 24 Ore e la Gazzetta dello Sport, l’Arabia Saudita sarebbe disposta a versare fino a 150 milioni per quattro edizioni della competizione. Per spremere al meglio questa opportunità, si sta valutando addirittura di far giocare un mini-torneo finale con quattro squadre, così da avere semifinali e finale nei deserti arabici, moltiplicando le gare, i biglietti venduti e i dollari incassati. Ci si aggregherebbe così al sistema con cui già dal 2020 la Liga Spagnola gioca le partite finali della Supercoppa iberica nel Regno saudita.

Forse il mondo del calcio dovrebbe ricordarsi, ogni tanto, di essere prima di tutto uno sport, un gioco, addirittura un esempio per i giovani, piuttosto che uno show business o un banale prodotto finanziario.

Andrea Gebbia, 18 gennaio 2023

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