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Onu: «Il buco dell’ozono si sta richiudendo. Adesso sappiamo cos’altro possiamo e dobbiamo fare»

Il buco dell’ozono è sulla buona strada per richiudersi completamente. Lo ha annunciato un gruppo di esperti dell’Onu. Nel rapporto che viene pubblicato ogni quattro anni, sui progressi del Protocollo di Montreal, è confermata l’eliminazione graduale di quasi il 99% delle sostanze (ora vietate) che contribuiscono alla riduzione dello strato di ozono. Secondo lo studio, se le politiche attuali rimangono in vigore, il livello dell’ozono tornerà ai valori del 1980 entro il 2040. Sull’Antartide, questa ripresa è prevista intorno al 2066 e sull’Artico entro il 2045.

La scoperta di un buco nello strato di ozono fu annunciata per la prima volta nel maggio 1985 da tre scienziati del British Antarctic Survey.

Il protocollo di Montreal era stato firmato nel settembre 1987: è uno storico accordo ambientale che regola il consumo e la produzione di quasi 100 sostanze chimiche artificiali. La loro graduale riduzione ha portato a un notevole recupero dello strato protettivo di ozono e alla diminuzione dell’esposizione umana ai dannosi raggi ultravioletti (UV) del sole. «L’impatto che il Protocollo di Montreal ha avuto sulla mitigazione del cambiamento climatico non può essere sottovalutato», ha affermato Meg Seki, Segretario esecutivo del Segretariato per l’ozono del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep). «Negli ultimi 35 anni, è diventato un vero e proprio paladino dell’ambiente». Il Protocollo di Montreal ha anche incentivato gli sforzi per mitigare il cambiamento climatico, contribuendo a rallentare il riscaldamento globale di circa 0,5°C.

Nel 2016, al protocollo di Montreal è stato aggiunto l’emendamento di Kigali, che ha richiesto una riduzione graduale della produzione e del consumo di alcuni idrofluorocarburi: si tratta di gas potenti che non riducono direttamente l’ozono, ma che contribuiscono al riscaldamento globale e all’accelerazione del cambiamento climatico. 

«Il lavoro sull’ozono costituisce un precedente per l’azione per il clima, ha aggiunto Petteri Taalas, segretario generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale. «Il nostro successo nell’eliminare gradualmente le sostanze chimiche che lo consumano ci mostra cosa si può e si deve fare – con urgenza – per abbandonare i combustibili fossili, ridurre i gas serra e quindi limitare l’aumento della temperatura».

Ieri, in un tweet, il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato che il ripristino dello strato di ozono è «un esempio incoraggiante di ciò che il mondo può ottenere quando si lavora insieme».

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