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“Navi russe con armi nucleari”. L'allarme degli 007: bisogna preoccuparsi? – Matteo Milanesi

Se in Ucraina la guerra prosegue a rilento con l’accerchiamento della città di Bakhmut, ormai da settimane al centro di violenti e sanguinosi scontri tra le forze ucraine e quelle russe, è il quadro europeo a conoscere fortissime accelerazioni. In particolare, nelle zone del Mar Baltico, da mesi luogo delle più importanti tensioni tra Mosca ed il nostro continente. Prima, a causa della sfiorata crisi diplomatica con il Kaliningrad, quando la Lituania – Paese Nato – decise di bloccare le merci indirizzate verso il territorio della Federazione. Poi, con il sabotaggio dei gasdotti Nord Stream 1 e 2, datato lo scorso 26 settembre.

I primi indizi riportavano ad una responsabilità del Cremlino, anche se – col passare delle settimane – numerosi media alternativi hanno posto sul tavolo la tesi di un intervento segreto americano, in particolare della Cia, volto a bloccare del tutto i rapporti economici tra Russia e Unione Europea. Una tesi, quest’ultima, sostenuta più volte dal giornalista investigativo statunitense Seymour Hersh, che nel suo blog ha esplicitamente attaccato Washington e Nato per essere le uniche responsabili del disastro Nord Stream. Ora, però, sono proprio i russi – come riportato dall’agenzia Ansa – a spingere sull’acceleratore. Mosca, infatti, ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sul sabotaggio, proprio dopo l’inchiesta pubblicata dal giornalista americano Seymour Hersh che indica come responsabili gli Usa con la complicità della Norvegia

In queste ultime ore, però, sempre nelle zone del Baltico, la tensione sembra crescere ancora di più. E l’allarme arriva direttamente dai servizi segreti norvegesi. “La Russia ha iniziato a dispiegare navi tattiche con armi nucleari nel Mar Baltico, per la prima volta negli ultimi 30 anni”, ha affermato il servizio di intelligence di Oslo nel suo rapporto annuale, citato da Politico. E ancora: “La parte fondamentale del potenziale nucleare è sui sottomarini e sulle navi di superficie della Flotta del Nord” – hanno osservato gli 007 – specificando inoltre che le armi nucleari tattiche sono “una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi, in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti”.

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Nel frattempo, due F-35 olandesi hanno intercettato e bloccato tre aerei militari russi vicino al confine con la Polonia; mentre negli Stati Uniti quattro jet di Mosca sono stati intercettati dal Comando di difesa aerospaziale del Nord America al largo dell’Alaska (già al centro di numerosi misteri, con l’abbattimento da parte di Washington di un oggetto non identificato, dopo il pallone-spia cinese). E ancora, pochi giorni fa, è la Moldavia ad aver segnalato la presenza di un missile russo sui propri cieli, arrivando a chiudere lo spazio aereo del Paese e convocare l’ambasciatore russo. Anche in quest’ultimo caso, particolare è il ruolo giocato dalla Transnistria, regione separatista de iure della Moldavia, ma de facto controllato da indipendentisti russi. Nel 2006, infatti, la regione fu oggetto anche di un referendum, che vide oltre il 98 per cento dei cittadini votare a favore dell’annessione alla Federazione Russa.

Una posizione strategica, quella della Transnistria, che molti analisti hanno già identificato come essenziale per i piani di Putin contro Kiev. Il territorio confina con la parte sud-ovest dell’Ucraina e potrebbe essere utilizzato dal Cremlino per sferrare una nuova offensiva, chiudendo nei fatti la possibilità per il nemico di affacciarsi sul Mar Nero. Gli Usa, inoltre, avrebbero avvisato il governo Zelensky che i russi starebbero ammassando al confine un numero massiccio di caccia, con il rischio che fra poche settimane possa configurarsi un violento attacco aereo sul Paese. Scenario già ventilato qualche giorno fa dal governatore ucraino della regione di Lugansk.

Insomma, la Russia ha deciso di alzare il tiro, e le tensioni militari non vanno a riguardare solo l’Ucraina e quegli Stati ex membri dell’Urss, ma direttamente l’alleanza atlantica. È lo stesso ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ad aver avvisato la Nato per l’ennesima volta: “L’Occidente rischia di raggiungere il punto di non ritorno”. Una minaccia che sta trovando riscontro negli ultimi movimenti dell’enorme forza militare di Mosca.

Matteo Milanesi, 15 febbraio 2023

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