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La villa di “The Crown”, nido d’amore dei Windsor, diventa un museo

Se i muri potessero parlare… È proprio il caso di dirlo di questa villa parigina, che ne ha viste di tutti i colori. E infatti, chiusa per anni e mai visitata dal pubblico, a breve diventerà un museo.

Era stata la residenza di Edoardo VIII e della sua amante Wallis Simpson, poi divenuti duchi di Windsor. Nei giorni precedenti al tragico incidente d’auto l’avevano visitata anche Lady Diana e Dodi Al-Fayed, forse per farne il loro nido d’amore, un po’ come anni prima avevano fatto i duchi di Windsor, lontano da occhi indiscreti e dai pettegolezzi di corte. È tornata alla ribalta di recente grazie alla serie Tv di grande successo “The Crown“, perché usata come set.

Fatto sta che questa antica dimora è stata al centro di intrighi internazionali e di storie d’amore reali. Villa Windsor, a Parigi, ha molto da raccontare e presto lo farà.

Villa Windsor a Parigi

Situato al 4 di route du Champ d’Entraînement, nel XVI arrondissement, tra il Bois de Boulogne e il parco di Bagatelle, quasi nel Comune limitrofo di Neuilly-sur-Seine, questo hôtel particulier, chiamato inizialmente Chateau Le Bois, per la vicinanza, allora, con i boschi (“bois”), fu costruito nel 1859 dall’architetto Gabriel Davioud per conto del famoso urbanista parigino Georges-Eugène Haussmann, che oggi dà il nome a un trafficatissimo viale parigino.

La storia dei suoi inquilini è molto lunga e anche molto curiosa. Ci visse per qualche anno la famiglia Renault, quella delle automobili, poi, negli Anni ’40, ci abitò anche Charles de Gaulle. Ma fu una celebre coppia a rendere famosa questa villa parigina.

Divenne il nido d’amore di Edoardo VIII, dopo aver abdicato al trono d’Inghilterra in favore del fratello, nel 1936, per amore dell’affascinante Wallis Simpson, l’americana pluri divorziata per cui rinunciò a tutto. Fu proprio in questa villa che la coppia, da allora duchi di Windsor, venne a vivere, accolta a braccia aperte dai parigini.

Wallis ingaggiò un noto studio di interior design dell’epoca, la Maison Jansen, per ridisegnare tutti gli interni. Acquistò mobili e arredi che, alla sua morte avvenuta nel 1986, vennero venduti all’asta. Vennero battuti ben 40mila oggetti appartenuti alla coppia. Tra questi, pare ci fosse la scrivania sulla quale Edoardo firmò la rinuncia al trono nel 1936, una raccolta di almeno 10mila fotografie e una bambola donata dalla madre, Queen Mary, al piccolo principe.

In questa villa è passato tutto il bel mondo dell’epoca, da Marlene Dietrich a Elizabeth Taylor da Aristotele Onassis all’Aga Khan.

Visitare la villa

Alla morte dei duchi, alla fine degli Anni ’80, la villa passò al Comune di Parigi che la diede in locazione per cinquant’anni al padre di Dodi, il signor Mohamed Al-Fayed. Fu lui a ribattezzare la residenza Villa Windsor. Ancora oggi Al-Fayed la gestisce con l’impegno di apportare alla struttura le ristrutturazioni necessarie al suo mantenimento. In realtà, da qualche anno ormai la villa è in uno stato di abbandono e il contratto scade solo nel 2036.

Villa Windsor non è mai aperta al pubblico, ma naturalmente possibile visitare il parco in cui si trova, il Bois de Boulogne, e da lì gettare uno sguardo sulla proprietà.

Grazie a un accordo con il Comune di Parigi, Villa Windsor diventerà quindi un museo. Le sue 14 stanze saranno trasformate in sale espositive grazie all’intervento di restauro della Fondazione Mansart, che si occupa della conservazione di beni culturali, che prevede di terminate i lavori l’anno prossimo consentendo così di aprire i battenti del nuovo museo nel 2024.

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