Riceviamo e pubblichiamo una lettera di una collega Operatrice Socio Sanitaria che condanna gli “atti criminali” compiuti da Infermieri, OSS e tecnici del Don Uva di Foggia.
Carissimo Direttore,
sono una Operatrice Socio Sanitaria che lavora in una struttura affiliata all’istituto “Don Uva” di Foggia, teatro nei giorni e mesi scorsi di violenze inaudite nei confronti di pazienti indifesi da parte di Infermieri, OSS e altro personale.
La città di Foggia è sgomenta e la gente inizia a protestare contro questi errori, tant’è che ha organizzato una apposita manifestazione di dissenso.
Rompo il silenzio, lavoro da tempo nelle strutture del Gruppo Telesforo, gestore anche del Don Uva, ma vorrei rimanere comunque anonima se possibile.
Quello che è accaduto non ha giustificazioni, siamo di fronte alla peggiore specie, quella di esseri che non meritano neanche lontanamente un paragone con le bestie. Sono amareggiata come tutta la comunità, arrabbiata per quanto è accaduto presso la sede Don Uva. Leggo i commenti del popolo, ciò che scrivono le testate giornalistiche e anche qualche politico che, per un like di notorietà, è risultato a mio avviso, poco delicato.
Ci metto la faccia, me ne frego di essere chiamata ‘lecchina’, ma lo devo a chi come me svolge il suo lavoro con empatia, amore, calore e professionalità. Quei filmati sono stati una lancia al cuore per noi e per i miei datori di lavoro, che hanno investito una vita, per fare della Sanità privata pugliese un fiore all’occhiello in tutta Italia.
Quel reparto, oltre ad ospitare pazienti oligofrenici, è un residuo manicomiale e vorrei ricordare al mondo che la psichiatria, dai tempi di Basaglia a oggi, non ha fatto un solo passo. Siamo di fronte a bestie, e criminali, ma quello che mi sta a cuore chiarire, è che in tv, sui giornali, sul web si parla di RSA e si lascia intendere che questo sia il trattamento riservato ai pazienti e questo il nostro modus operandi. Nulla di più falso, innanzitutto non siamo dipendenti presi nel “mazzo”,abbiamo eseguito corsi di formazione, tirocinio, affiancamenti, e soprattutto siamo super visionati dai nostri datori di lavoro.
Addirittura la città sta organizzando una marcia contro gli OSS, ma quelli non vanno chiamati OSS, si offende la categoria anche di chi non lavora nelle nostre strutture, ma svolge il proprio lavoro con amore. Non siamo mai stanchi e l’amore che diamo non è mai troppo, per questo non meritiamo che sia fatto di tutto l’erba un fascio. Diventiamo amici delle famiglie, le rassicuriamo quando vengono dai loro cari e toccano con mano il benessere psicofisico dei loro cari, pertanto che non si paragonino gli oss a ‘quelli’. Il viso rammaricato, deluso, distrutto del mio principale mi fa male al cuore, perché non vi è un solo momento in cui hanno abbassato la guardia. E per debellare la gente insana presso quella struttura ha pagato a caro prezzo sulla propria pelle, le bombe, una vita fatta di rinunce per il bene della Sanità. Mica è facile per loro camminare con la scorta? Non avere più una privacy. E se questo non è amore per la Sanità, ditemi voi l’amore qual è? Hanno lottato per proteggere tutti, le loro strutture, i pazienti, le famiglie i dipendenti, la sanità, se lasciavano i delinquenti a quest’ora tutto sarebbe crollato. Abbiamo famiglie, figli, siamo genitori lavoriamo con amore e non è giusto che per la melma paghino tutti.
E’ una vergogna.
Una OSS del Gruppo Telesforo
Leggi anche:
_________________________
AVVISO!
- Per chi volesse commentare questo servizio può scrivere a [email protected]
- Iscrivetevi al gruppo Telegram di AssoCareNews.it per non perdere mai nessuna informazione: LINK
- Iscrivetevi alla Pagina Facebook di AssoCareNews.it: LINK
- Iscrivetevi al Gruppo Facebook di AsssoCareNews.it: LINK
Consigliati da AssoCareNews.it:
- Visita il Gruppo Facebook di Luca Spataro: Avvisi & Concorsi OSS
- Visita la Pagina Facebook di Luca Spataro: OSS News