la-denuncia-della-madre-del-disabile:-«in-hotel-ci-hanno-umiliati-perche-non-era-gradito-a-tavola»

La denuncia della madre del disabile: «In hotel ci hanno umiliati perché non era gradito a tavola»

La storia è raccontata dalla madre, ma lo fa a nome del figlio: «Sono Tommaso, ragazzo cieco che non parla. Ho ricevuto un atto di pesante discriminazione». Tommaso ha 24 anni, è affetto dalla sindrome di Norrie, una rara patologia genetica, ed è il figlio di Cecilia Bonaccorsi, 67 anni, romana, farmacista in pensione e presidente dell’associazione Con i miei occhi. Insieme ai genitori era in montagna, ambiente che ama molto. 

La famiglia Pimpinelli va a San Martino di Castrozza in Trentino da 19 anni. Quest’anno non hanno trovato porto nell’albergo di fiducia e ne hanno scelto un altro. La vacanza è durata però solo tre giorni. A Repubblica ha spiegato: «Alcuni ospiti si sono lamentati di suo figlio a cena, vi va se vi sistemo in una saletta un po’ in disparte?».

Su Facebook il racconto completo: «Mi trovavo presso l’hotel Colbricon di San Martino di Castrozza. Degli ospiti della sala ristorante erano infastiditi dalla mia presenza e se ne sono lamentati con l’albergatrice che ha proposto ai miei di prendere i pasti successivi in una saletta separata dai vetri ambrati oscurati. Lo ha proposto a noi e non a loro… Sono stato trattato come un cane non ammesso nella sala ristorante comune. Ovviamente siamo ripartiti perché non è piacevole restare dove non si è graditi».

I genitori del ragazzo hanno raccontato la sua situazione di disabile grave, ma hanno detto di aver viaggiato con lui ovunque senza mai ricevere un trattamento come questo. «Volevano sistemarci in una sala isolata, con i vetri oscurati da un mosaico. Di fronte a una richiesta del genere abbiamo deciso di andarcene, ma voglio anche far sapere cos’è successo. Ci metto la faccia perché nessuno subisca più un’umiliazione così».

La donna ha spiegato di aver specificato alla struttura a quattro stelle la situazione del figlio. «Lunedì sera Tommaso si è seduto sul divanetto accanto a me, aveva il bavaglino al collo, ogni tanto lo aiutavo imboccandolo. Nulla di strano, per noi. La mattina successiva l’albergatrice mi ha preso in disparte. Mi ha detto che una famiglia la sera precedente si era lamentata per la presenza di Tommaso. Anzi, ha detto proprio così: per la presenza di un disabile a tavola. Quindi ci ha proposto una saletta lontana, solo per noi. Ero talmente scossa che sono riuscita solo ad abbozzare».

Repubblica scrive di non aver avuto risposta dell’albergo che ha invece inviato una lettera di scuse alla famiglia. «Non hanno fatto niente per trattenerci, troppo facile cercare di sistemare tutto con una e-mail. Io non cerco denaro, non mi interessano i risarcimenti. A me preme la battaglia culturale e mi si stringe il cuore se penso che, magari, qualche altra famiglia avrebbe potuto accettare quella proposta. Così, in silenzio, per non dare fastidio».

Altre storie di Vanity Fair che ti possono interessare: 

Femminicidio: come si può capire che sarà l’ultimo incontro?

I genitori di tutto il mondo parlano ai loro bambini con discorsi simili

Sfide rivolte agli adolescenti: i rischi delle challenge online e come prevenirle

Related Posts

Lascia un commento