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Il surreale processo Open Arms contro Salvini

Fatti e commenti sul processo di Palermo Open Arms contro Matteo Salvini. La nota di Paola Sacchi

Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, rende bene l’idea con un tweet caustico: “Salvini a processo e Conte testimone dell’accusa. Un mix assurdo e grottesco, a metà tra ‘Il processo di Kafka’ e il teatro dell’assurdo di Ionesco. Dov’era il presidente del Consiglio che ‘dirige la politica generale del governo e ne è responsabile’ quando il suo ministro secondo la Procura commetteva reato?”.

Il processo di Palermo “Open Arms” a Matteo Salvini piomba nel dibattito politico rimettendo al centro l’uso politico della giustizia contro gli avversari politici. Forse l’unica cosa rimasta a compattare il centrosinistra dilaniato.

Contro Salvini, mandato a processo, il campo non fu largo, ma larghissimo, pollice verso insieme con Pd e Cinque Stelle anche da Iv di Matteo Renzi.

Alcuni esponenti renziani ironizzano e definiscono “ipocrita” la presa di distanza di Conte e Luigi Di Maio dall’operato, in qualità di ministro dell’Interno, dell’altro azionista del loro governo, senza però ricordare che quel processo a una decisione politica, dell’allora governo Conte/1, lo hanno voluto anche loro. Un precedente da cui si distinse nettamente Pier Ferdinando Casini, che da coerente garantista e difensore dell’autonomia della politica votò no al processo a Salvini.

Fatto sta che mentre Conte e Di Maio – allora rispettivamente premier e ministro dello Sviluppo Economico nonché vicepremier, incarico quest’ultimo ricoperto anche dallo stesso Salvini, nel cosiddetto esecutivo giallo-verde – prendono le distanze e accusano il loro ex alleato, con cui sembra non parlassero più, anche di aver cercato di prendere consensi, la deposizione di Luciana Lamorgese, ministro dell’Interno nel Conte/2, viene giudicata “significativa” da Giulia Bongiorno, l’avvocato difensore di Salvini. Anzi, dice Bongiorno, “particolarmente significativa”. Perché “dalla sua ricostruzione – sottolinea l’avvocato – credo sia risultato evidente che è veramente erroneo e fuorviante pensare che il ritardo nello sbarco sia un fatto doloso”.

Larmorgese ha ricordato di aver fatto attendere lo sbarco poiché era impegnata in un vertice europeo, dove era alle prese con la soluzione del problema della redistribuzione dei migranti.

Alla fine della giornata, terminata l’udienza, interviene lo stesso Salvini, che posta su Facebook una sua foto nell’aula bunker dell’Ucciardone da solo: “L’udienza celebrata oggi (ieri, ndr) a Palermo per il caso Open Arms ha confermato un dato oggettivo: rischio fino a 15 anni di carcere per il mancato sbarco dalla nave della ong spagnola tra il 14 e il 20 agosto 2019, nonostante Luciana Lamorgese abbia confermato di aver trattenuto gli immigrati a bordo di una nave in più di una occasione, per esempio sulla Ocean Viking dal 18 al 29 ottobre 2019 in attesa di trovare un accordo con gli altri partner europei. Oppure sulla Alan Kurdi, dal 26 ottobre al 3 novembre 2019”.

“Eppure – ricorda il vicepresidente del Consiglio – soltanto io avevo fatto crollare il numero di arrivi, difendendo i confini ed evitando molte tragedie del mare, ma soltanto io sono a processo e grazie ai voti dei parlamentari di sinistra”. Salvini si dice “sconcertato anche perché sorprendentemente sono emerse solo a procedimento in corso le informazioni raccolte da un sottomarino della Marina: registrò l’attività di Open Arms nell’agosto 2019, certificando alcune anomalie che facevano ipotizzare il traffico illegale di esseri umani. Si tratta di documenti che, se fossero stati subito disponibili, probabilmente non avrebbero nemmeno fatto iniziare questa vicenda”. Conclude il leader leghista e ministro delle Infrastrutture: “Sono determinato ad andare fino in fondo per accertare la verità ed è già pronta una denuncia: perché nessuna Procura ha approfondito questa informativa? Eppure e’ stato dimostrato che era stata trasmessa a otto (otto!) Procure. Vado avanti, con orgoglio, a testa alta e con la coscienza pulita”.

Vicenda “grave, paradossale, la verità verrà fuori”, sono le reazioni dei parlamentari leghisti Claudio Borghi e Alberto Bagnai, Stefano Candiani. Che attacca: “Pagina ideata apposta per Salvini”. Duro anche l’azzurro Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, che era presidente della Giunta per l’immunità e rimarca la “gravità del silenzio delle procure che avevano ricevuto i file ricevuti” sul sottomarino. Salvini, annuncia Bongiorno, prenderà la parola alla prossima udienza, prevista per marzo.

> Ma il tema giustizia con il surreale processo in corso a uno dei due vicepremier del governo Meloni non potrà non far parte dello scontro elettorale tra centrodestra e centrosinistra per il voto in Lombardia e nel Lazio.

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