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Giorno della Memoria. Nella formazione ai giovani siano coinvolti gli psicologi – Agenpress

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AgenPress. Da una parte c’è l’importanza di ricordare, di fermarsi a riflettere sul passato. Dall’altra la società di oggi, veloce e rivolta quasi solo al presente.

Gabriele Raimondi, presidente dell’Ordine degli Psicologi dell’Emilia-Romagna, riflette sul Giorno della Memoria celebrato il 27 gennaio di ogni anno per commemorare le vittime dell’Olocausto.

«La memoria è un fattore centrale per l’elaborazione degli eventi traumatici sia come individui sia come comunità, e la riflessione richiede tempo – spiega – Questo contrasta con la società odierna che predilige il “qui e ora” e la fruibilità immediata. Le riflessioni sui social durano poche ore e poi svaniscono e il rischio è che il ricordo venga relegato solo a una determinata ricorrenza, senza che sia elaborato e portato con noi nella quotidianità».

Come fare, dunque? «L’intervento di psicologhe e psicologi può essere assolutamente prezioso nel racconto di questa giornata – continua – . Non tanto per la trasmissione di contenuti, date e riferimenti storici ma soprattutto per l’elaborazione dei significati emotivi del periodo stesso. Questo vale ancora di più per i giovani, a cui il racconto dell’Olocausto appare come molto sfuocato e lontano nel tempo.

Coinvolgendo la nostra figura professionale in progetti di formazione, potremmo aiutarli a valorizzare la memoria come strumento utile all’individuo e alla comunità e fare capire loro che anche gli eventi di oggi saranno memoria di domani; se non valorizziamo l’importanza del ricordo, anche le guerre di oggi come la guerra in Ucraina e in tante parti del mondo rischieranno di essere dimenticate in futuro senza diventare mai occasione per costruire davvero modelli di relazione tra i popoli non basati sulla sopraffazione e sulla violenza».

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