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FP CGIL tuona: no ad attacchi al salario della dirigenza sanitaria!

Le Aziende Sanitarie del Veneto stanno convocando in questi giorni (venerdì scorso AO di Padova, lunedì 30 gennaio Ulss 2 Marca Trevigiana e Ulss 3 Serenissima) le Organizzazioni Sindacali della dirigenza sanitaria per proporre la sospensione delle somme che ogni mese i medici percepiscono come acconto del premio annuale di risultato.

Spiega Sonia Todesco, della Fp Cgil del Veneto «Si tratta, appunto, di un acconto del 50% del totale al quale, l’anno successivo, una volta effettuata la valutazione del dirigente, segue il saldo sulla base della valutazione ottenuta.

Ora le aziende stanno proponendo di sospendere

gli acconti per erogare l’intero importo l’anno successivo a saldo. In sintesi il premio 2023 verrebbe erogato interamente nel 2024 anziché, per il 50%, ogni mese»

Il tutto

come ci risulta riferiscono le Azienda Sanitarie, – precisa Todesco – per dare applicazione ad un parere ARAN che, incurante delle condizioni sia economiche che di lavoro dei medici, si concentra su burocrazie che nulla hanno a che vedere con la necessità di far funzionare il nostro Servizio Sanitario Regionale».

Non erogare salario nell’anno in corso significa

non aver chiare le difficoltà economiche di una categoria che già risulta pagata molto male. E c’è da augurarsi che questa idea balzana, frutto di interpretazioni burocratiche fuori dalla realtà, non sia destinata anche al comparto perché troverebbe la ferma contrapposizione della Fp Cgil medici» attacca Todesco.

Tutte le aziende

stanno convocando le Organizzazioni Sindacali, eccetto l’ULSS 9 Scaligera che si è addirittura permessa di andare oltre sospendendo unilateralmente l’erogazione dell’acconto già da questo mese, violando il contratto decentrato sottoscritto il 18.7.2018.

Un’azione gravissima

contro il sindacato e i lavoratori che ha trovato la pronta risposta della Fp Cgil che ha inviato una diffida al Direttore Generale Pietro Girardi.

Sono di tutti i giorni le notizie

che riguardano la fuga dei professionisti dalla sanità pubblica.
Ecco, aziende e regione facciano un passo indietro ed evitino che i medici abbiano un motivo in più per andarsene» – conclude Todesco.

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