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Fifo e Pmi Sanità chiedono a Nomisma studio su Payback – Emilia-Romagna

(ANSA) – BOLOGNA, 30 MAR – “Il Payback, strumento varato come coda del Dl Aiuti del Governo Draghi sul quale l’attuale esecutivo ipotizza un possibile ‘sconto’ (1,1 miliardi a fronte dei 2,2 previsti come tassa alle imprese fornitrici per il periodo 2015-2018), genererà un numero imprecisato di fallimenti di aziende, soprattutto di dimensioni medie e piccole, numerosi licenziamenti di personale altamente specializzato giovane e in gran parte femminile, segnando il ‘de profundis’ per la ricerca e sviluppo nel settore biomedicale, un settore di punta in Italia”. Lo dice il presidente di Pmi (piccole e medie imprese) Sanità Gennaro Broya De Lucia, annunciando un accordo con Nomisma, il centro studi bolognese, per una ricerca finalizzata a comprendere, dati alla mano, il reale impatto dell’applicazione del ‘Payback’ sui dispositivi medici nel mondo del lavoro e della Sanità pubblica.
    “I numeri di questo studio, che sarà pubblicato in aprile, saranno elemento essenziale per la politica, affinché non possa nascondersi nei prossimi giorni affermando che non aveva realmente previsto l’impatto – ha detto ancora Broya -. Non esistendo uno studio che il governo avrebbe dovuto realizzare per capire le reali dimensioni della norma, se applicata, Pmi Sanità e Fifo (Federazione Italiana Fornitori in sanità) hanno deciso di sostituirsi e di affidare tale incarico al prestigioso Centro studi.
    “Il Payback è una norma scritta nel 2015 ma mai applicata, finora, per le oggettive difficoltà nel farlo. In sintesi – spiega ancora il presidente di Pmi Sanità – essa richiede un rimborso obbligatorio da parte delle aziende fornitrici di dispositivi medici agli ospedali, esclusivamente pubblici, rispetto a una previsione di spesa delle Regioni poi da esse stesse disattesa”. (ANSA).
   

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