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Delmastro attacca il Pd: “Spieghino l'inchino ai mafiosi in carcere”

 Foto Ansa

le dichiarazioni

Il sottosegretario alla Giustizia torna sulla visita dei parlamentari dem a Cospito nell’istituto penitenziario di Sassari: “La sinistra dovrà fornire all’opinione pubblica qualche spiegazione”. Per lui e Ostellari è stata chiesta la scorta

Dopo Giovanni Donzelli è l’amico, collega e coinquilino Andrea Delmastro a continuare la polemica nei confronti dei quattro parlamentari del Pd che il 12 gennaio hanno fatto visita al detenuto Alfredo Cospito. “La sinistra – dice il sottosegretario alla Giustizia in un’intervista al Biellese – dovrà fornire all’opinione pubblica qualche spiegazione su quell’inchino mafiosi nel carcere di Sassari”. 

Delmastro fa riferimento a quanto raccontato da Walter Verini all’indomani della visita a Cospito, quando l’anarchico aveva detto ai dem di non voler parlare con loro se prima non avessero parlato con gli altri detenuti del 41-bis. Tra questi altri c’erano i due boss Francesco Di Maio, camorrista del clan dei Casalesi, e Francesco Presta, ndranghetista calabrese. Verini al Fatto Quotidiano ha raccontato: “Non abbiamo mica obbedito a Cospito: l’avremmo fatto comunque, anche se non ce l’avesse chiesto. Le celle erano chiuse, vedevamo solo le facce dallo spioncino”. 

Per Delmastro quella di Cospito è “una richiesta che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di fare quell’inchino parlando con i due criminali”. Al giornale della sua città il sottosegretario ha anche detto che sarà messo sotto scorta. Stessa decisione per il sottosegretario Andrea Ostellari, che ha la delega al trattamento dei detenuti. Già oggi è stata assegnata a entrambi una tutela temporanea ma la decisione ufficiale sarà presa dal prefetto di Roma il 10 febbraio. 

“È veramente desolante vedere che, mentre noi riceviamo minacce di morte e finiamo sotto scorta per questa vicenda, la sinistra fa una battaglia contro il metodo che abbiamo utilizzato per denunciare questi fatti, occultando, nel merito una situazione gravissima”, ha detto Delmastro al Biellese. “Non appena avremo dimostrato di non aver commesso alcun atto illecito, rivelando informazioni che non erano secretate (e siamo in grado di farlo), terminerà il linciaggio mediatico i nostri danni e inizieremo a parlare del merito della vicenda e la sinistra dovrà fornire all’opinione pubblica qualche spiegazione su quell’inchino ai mafiosi nel carcere di Sassari. La vera questione è che qualcuno, illecitamente dalle carceri, tenta di sabotare il sistema del 41 bis che accomuna la detenzione di terroristi e mafiosi”. 

Il Pd querela Delmastro. “Meloni dica se condivide gli attacchi di FdI”

“Quello che è accaduto è di gravità inaudita”, scrivono in una nota Debora Serracchiani e Simona Malpezzi capogruppo Pd di Camera e Senato e tutti parlamentari dem. “Il partito della presidente del Consiglio sta scrivendo davvero la pagina più nera di questa stagione politica. Giorgia Meloni non può fare due parti in commedia, da un lato la presidente del Consiglio che chiede unità dello stato contro violenza e minacce e dall’altro il capopartito che, continuando a tacere, mostra di approvare e condividere questo attacco senza precedenti al principale partito di opposizione, fatto di cui si assumerà tutta la responsabilità politica”.

“I democratici nelle prossime ore presenteranno querele e richiesta di risarcimento danni nei confronti del sottosegretario Delmastro Delle Vedove e di Giovanni Donzelli per le gravi affermazioni, ripetutamente effettuate dagli stessi in diversi contesti, diffamanti e lesive della onorabilità dei parlamentari Pd e gravemente offensive della storia e dell’ impegno di una forza politica che ha avuto e continua ad avere come proprio valore fondante la lotta alla criminalità organizzata e a ogni forma di terrorismo”, dicono i gruppi parlamentari del Pd di Camera e Senato che hanno convocato un’assemblea straordinaria. “Siamo certi che Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli si assumeranno la responsabilità delle loro gravi affermazioni senza nascondersi dietro l’immunità parlamentare”.

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