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Dalla Cina agli Usa, il gaming non si salva dai licenziamenti

Dopo solo due modelli Lenovo si ritira dal mercato degli smartphone per gamer. Dall’altra parte dell’oceano proseguono i licenziamenti in Electronic Arts dopo la perdita della licenza Fifa

Cosa accomuna la statunitense EA, nota ai più soprattutto per i titoli sportivi su licenza, alla cinese Lenovo, produttrice di device hi-tech? Apparentemente nulla, se non i tagli per la crisi che sta investendo il settore dei videogiochi con ripercussioni anche nel nostro Paese, come dimostra la recente chiusura degli uffici di Ubisoft Italia (rimasto intatto, invece, il team di sviluppo di Ubisoft Milan).

LENOVO CHIUDE GLI SMARTPHONE DA GIOCO

Lenovo cesserà nel peggiore dei modi la produzione degli smartphone da gaming Legion Phone. Dopo soli due modelli, il primo nel 2021, seguito dal suo successore Legion Phone Duel 2 nell’anno successivo, in cui il Gruppo cinese aveva investito parecchio dotando i device di doppia batteria e sistema di raffreddamento a liquido, cessa già il presidio del marchio in un settore tanto verticale.

IL LEAK DEL DIPENDENTE

Come aveva difatti anticipato via social un dipendente dell’azienda deluso per essere stato messo alla porta, l’intera divisione sarà chiusa. Nella nota inviata da Lenovo al portale AndroidAuthority, il colosso asiatico ha ufficializzato il ‘leak’ spiegando che la decisione è stata presa come parte di una “trasformazione aziendale” dovuta al “consolidamento dei prodotti da gaming” proposti dall’azienda.

“Lenovo sta interrompendo la produzione dei suoi telefoni da gaming Legion basati su Android come parte di una più ampia trasformazione aziendale e consolidamento del portafoglio del settore gaming”, si legge infatti nel comunicato per la stampa. “In qualità di leader nei dispositivi e nelle soluzioni di gioco, Lenovo si impegna a far progredire il gaming in varie forme, oltre a concentrarsi su dove può portare il massimo valore alla comunità di gioco globale.”

LICENZIAMENTI PURE NEGLI USA

Dall’altra parte dell’oceano il gigante americano dei videogiochi Electronic Arts (EA) ha comunicato alla SEC, l’ente che vigila sui mercati negli Stati Uniti, un piano di licenziamenti che colpirà il 6% dei dipendenti, vale a dire circa 800 persone. Inoltre ha rivelato l’intenzione di ridurre gli spazi di lavoro.

Continua dunque la carrellata di Big Tech in presa a ottimizzazioni varie (non solo nel settore dei videogiochi, basti pensare ai licenziamenti in Disney e la scelta di Amazon di licenziare 9mila persone). Stando ai dati riportati dalla CNBC, EA nel 2022 aveva quasi 13mila dipendenti. I primi tagli c’erano stati già a ridosso della perdita di licenza da parte della Fifa per lo sviluppo del ben noto gioco di calcio.

I DIECIMILA LICENZIAMENTI DI MICROSOFT

Il 2023 del resto è iniziato con la notizia della cura dimagrante che si è autoimposta Microsoft: 10mila licenziamenti, che hanno riguardato anche la divisione gaming, tra cui 343 Industries e la software house acquisita appena 2 anni fa Bethesda Game Studios.

Numeri di un certo rilievo che hanno fatto intuire anche a chi non segue il mercato da vicino che se la scure dei tagli si è abbattuta sugli studi responsabili di titoli di prim’ordine, capaci di vendere milioni di copie, come Halo, Starfield, The Elder Scrolls (Skyrim, Oblivion…) e Falloutla situazione dalle parti di Redmond deve essere particolarmente pesante.

E la spada di Damocle che pende sull’acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft per 70 miliardi rende tutto più incerto, dato che se non andasse in porto la Casa di Redmond dovrebbe staccare un assegno da 3 miliardi per la penale concordata con lo studio in via di acquisizione ed affrontare un prevedibilissimo scossone borsistico.

SFORBICIATE IN RIOT E IN TAKE-TWO

Licenziamenti pure in Riot Games, studio autore di uno dei titoli più noti anche dai neofiti: League of Legends. In questo caso nemmeno una cinquantina di unità come ha ufficializzato la stessa software house: «Riot Games ha implementato cambiamenti strategici all’interno di alcuni team per affinare la nostra attenzione in una serie di aree. Con questi turni, alcuni ruoli sono stati eliminati, con un impatto su un totale di 46 rioters. Questo fa parte del normale corso della nostra attività: periodicamente apportiamo modifiche alla nostra struttura e ai nostri team in base a ciò che crediamo ci consentirà di offrire i migliori contenuti ed esperienze per i giocatori. Non prendiamo mai queste decisioni alla leggera e partiremo sempre dal desiderio di trattenere i rioters e farli concentrare sulle nostre massime priorità. Sebbene ciò non sia sempre possibile, è il nostro obiettivo principale.»

Infine, nelle ultime settimane Take-Two (Gruppo dal valore di circa 20 miliardi di dollari: se ne sta parlando soprattutto per il rumor secondo cui Sony vorrebbe acquisirlo) ha confermato in via ufficiale che effettuerà una serie di licenziamenti, che coinvolgeranno il publisher Private Division e altri settori della compagnia, che è la casa madre di Rockstar Games (GTA), 2K e Zynga.

In questo caso i dipendenti hanno scoperto della sforbiciata in atto nel peggiore dei modi: un tweet di Jason Schreier, giornalista del portale Bloomberg, che parlava di tagli al personale in particolare per Private Division, il publisher di OlliOlli World, Kerbal Space Program 2 e The Outer Worlds.

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