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Cospito: vicesindaca Bologna firma appello a Nordio – Emilia-Romagna

(ANSA) – BOLOGNA, 08 GEN – C’è anche Anche la vicesindaca di Bologna, Emily Clancy, tra i firmatari dell’appello rivolto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio da intellettuali e giuristi, per la vita di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto nel carcere di Bancali a Sassari e in sciopero della fame da 80 giorni per protestare contro il regime del 41-bis che gli è stato assegnato. L’adesione all’appello viene spiegato dalla stessa Clancy in un lungo post sul suo profilo Facebook.
    “Ringrazio – scrive in un passaggio – le tante e i tanti intellettuali e giuristi che ieri hanno pubblicato un appello al Ministro della Giustizia e all’Amministrazione penitenziaria per la vita di Alfredo Cospito rompendo un silenzio pressoché totale tra le istituzioni e nei luoghi del dibattito pubblico circa questa vicenda. Ho scelto anch’io di firmarlo – prosegue Clancy – e di sostenerne le ragioni, poiché l’azione di Cospito interpella le nostre coscienze e solleva questioni di etica e di diritto fondamentali: l’autodeterminazione dell’individui , la vita umana e la dignità della persona a cui la nostra Costituzione accorda la massima tutela, le condizioni del regime penitenziario italiano, l’idea stessa di sistema penitenziario”.
    Quindi argomenta ancora Clancy, “dal 2009 ad oggi sono quattro i detenuti che sono morti durante uno sciopero della fame che stavano portando avanti, facendo del proprio corpo l’estremo strumento di protesta e di affermazione della propria identità: Sami Mbarka Ben Gargi, Cristian Pop, Gabriele Milito, Carmelo Caminiti. Alfredo Cospito ha di gran lunga superato i giorni di digiuno a cui erano arrivati loro. La storia giudiziaria di Cospito presenta molte anomalie e per diversi aspetti è ancora sub iudice. Su questi aspetti – conclude Clancy – ci si confronterà con i tempi e nelle sedi adeguate. Ma come recita l’appello che ho scelto di firmare e che condivido qui sotto ‘Oggi l’urgenza è altra. Cospito rischia seriamente di morire: può essere questione di settimane o, addirittura, di giorni'”. (ANSA).
   

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