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Changemaker, Arianna Alessi: «La mia formazione più importante è passata attraverso le delusioni e i fallimenti»

Donna, mamma, moglie, amministratore delegato di Red Circle Investments e di Brave Wine,  oltreché vice presidente di OTB Foundation, Arianna Alessi, compagna di vita di Renzo Rosso, Mr. Diesel, è nata a Bassano Del Grappa (Vicenza) nel 1976. Laureata in Economia e Legislazione all’Università Bocconi di Milano, ha lavorato sempre nell’ambito di operazioni straordinarie (fusioni e acquisizioni) e oggi mette in fila una serie di incarichi e impegni che fa impressione.

Che cosa l’ha aiutata a diventare chi è oggi?
«Nella vita ho avuto l’opportunità di laurearmi in Economia e Legislazione d’impresa, di lavorare nella Finanza, di incontrare persone capaci di insegnarmi molto e di presiedere una Fondazione. Ma la mia più importante formazione è passata attraverso le delusioni e i fallimenti. Sono loro che mi hanno aiutata a diventare chi sono oggi. Non c’è dubbio. Professionali, personali e anche umani. Se ho avuto un merito è stato quello di rialzarmi sempre e quando ti rimetti in piedi dopo aver toccato il fondo, acquisisci una forza e una consapevolezza che nessun successo è in grado di darti e soprattutto che nessuno ti può più togliere. Sono stata anche molto fortunata però. Questo sì. Una persona non può ignorare la propria fortuna. Deve esserne sempre grata perché vi sono donne/uomini che non hanno alternative, non hanno la possibilità di un riscatto, non hanno nemmeno la libertà. Per questo dedico moltissimo del mio tempo a OTB Foundation, perché il mio sogno è che ciascuno possa avere la propria dose di fortuna e la fortuna alle volte è vedere una mano tesa quando non sai dove sbattere la testa».

Chi è la sua eroina? Una persona che più di tutte vorrebbe incontrare e che la ispira…
«La mia eroina non potrei incontrarla nemmeno volendo perché purtroppo non è più tra noi: si tratta di Madre Teresa. Non l’ho mai conosciuta ma ho avuto modo di ascoltare le sue parole attraverso la televisione e la carta stampata. E soprattutto ho avuto modo di ascoltarne le parole attraverso le sue azioni, perché l’amore è azione. Questo è certo. Madre Teresa era una suora, ma il suo messaggio va oltre la fede: è un messaggio d’amore assoluto. C’è una sua frase che mi ha scosso: l’ha pronunciata in occasione della consegna del Nobel per la Pace il 17 ottobre del 1979. Disse: “L’amore, per essere vero, deve fare male”. E questo significa che bisogna essere pronti a toccare il dolore degli altri, a metterci le mani e a condividerlo. Mentre spesso non lo si considera se non ci coinvolge personalmente perché il dolore spaventa. Ci vuole coraggio per affrontarlo, per guardarlo negli occhi. E un coraggio del genere te lo può dare solamente l’amore profondo. Ecco perché Madre Teresa è la mia eroina: perché vorrei un giorno saper amare come faceva lei. Attraverso il mio lavoro, fortunatamente mi è capitato d’incontrare persone in cui ho rivisto la medesima luce: a cominciare da Patrizia, donna inarrestabile che si batte ogni giorno per i diritti dei minori e che li accoglie nelle sue case famiglia; ad Anastasya, giovane rifugiata Ucraina costretta ad abbandonare il marito e la sua amata patria per scappare da un conflitto che le ha stravolto la vita, ma che non ha perso la forza di crescere i suoi due figli con il sorriso; a Susanna, punto di riferimento di una onlus che si batte per i diritti delle donne afghane, sempre sul campo per dare una mano e alla ricerca di soluzioni per veder ripristinare delle libertà fondamentali; fino a Selene, giovanissima e tenace, in prima linea per testare le più urgenti necessità delle popolazioni più sfortunate e ottimista nonostante tutte le ingiustizie viste».

Quale pregiudizio ha dovuto rompere e quale pregiudizio fatica a sparire?
«Purtroppo, banalmente, l’essere donna e la sottointesa necessità di dover per forza dimostrare di essere anche capace e intelligente, per essere solo presa in considerazione. Ho avuto una storia che purtroppo mi ha dato un buon insegnamento a riguardo: la mia famiglia è una famiglia di imprenditori con una forte mentalità patriarcale, mi hanno chiuso la porta in faccia senza altro motivo se non quello di essere donna. Non è un fatto facile da digerire, soprattutto perché inizialmente non comprendevo la ragione di questa ostilità. Con il senno di poi invece è stata la mia fortuna perché mi ha dato la forza di alzare la testa, di scommettere su me stessa e di vincere la scommessa. Per rispondere alla seconda parte della domanda, oggigiorno purtroppo vi sono molti pregiudizi che faticano a sparire. Magari fosse uno solo! Sono pregiudizi legati al colore della pelle, al sesso, alla religione e più in generale legati a tutto ciò che c’è di diverso e di cui si ha paura. Un pregiudizio nasce sempre dalla paura e la paura, a sua volta, dall’ignoranza. Non mi auguro una società senza pregiudizi, mi auguro una società pregna di cultura invece. Perché una società colta è una società libera: dalla tirannia, dall’oppressione, dalla guerra ed anche dai pregiudizi. Basta parlare di parità di genere ed iniziamo invece ad evidenziare la diversità di genere che diventano un elemento di complementarietà che accresce il valore della società in generale!».

Il consiglio più prezioso che le è stato dato e che vorrebbe passare?
«Ho ricevuto così tanti consigli, anche non richiesti e questi sono stati sempre i peggiori! Molti sbagliati, altri più centrati ma ce n’è stato uno a cui ancora ripenso quando sono incerta sul da farsi: “dimentica chi ti hanno insegnato ad essere, e comincia ad essere chi sei”. Ed è il medesimo consiglio che mi sentirei di dare a chiunque perché è l’unica strada che porta alla libertà. Fate le cose che domani mattina vi fanno svegliare un’ora prima. Fate qualcosa che vi piaccia e appassioni nella vita».

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