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Brasile, l'assalto dei sostenitori di Bolsonaro al palazzo del Parlamento

Sembra di rivedere le immagini di Capitol Hill, quando i sostenitori di Donald Trump occuparono la sede Congresso americano per impedire la proclamazione di Joe Biden a 46º Presidente degli Stati Uniti.

In Brasile sta succedendo la stessa cosa: migliaia di manifestanti, in appoggio a Jair Bolsonaro, l’ex presidente del Brasile sconfitto nel ballottaggio presidenziale del 30 ottobre, hanno fatto irruzione nei palazzi istituzionali, per protestare contro l’insediamento del presidente Luiz Inacio Lula da Silva.

Sono già riusciti a entrare nel palazzo del Congresso, nell’edificio del Planalto (sede dell’Esecutivo) e, secondo quanto riportano alcuni media brasiliano, anche nell’edificio del Tribunale supremo elettorale.

Hanno sfondato il blocco della Polizia Militare, con tanto di pietre e bastoni, hanno rotto finestre, sfondato soffitti, facendosi spazio con violenza.

Centinaia di poliziotti avanzano a testuggine fuori dai Palazzi per cercare di sgomberare.

Tutto succede a Brasilia, dove però Lula non c’è: si trova infatti ad Araraquara, nello stato di San Paolo, per controllare i danni causati dalle forti piogge che hanno colpito la zona negli ultimi giorni.

Il ministro della giustizia Flavio Dino fa intanto sentire la voce del governo: «Questo assurdo tentativo di imporre la volontà con la forza non prevarrà. Il governo del distretto federale afferma che ci saranno rinforzi. E le forze a nostra disposizione sono al lavoro. Io sono nella sede del ministero della Giustizia».

Uno scomposto tentativo di golpe.

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