«Saremo compatti nel sostegno a Kiev, per questo abbiamo deciso di inviare 31 carri armati Abrams all’Ucraina di fronte a una situazione che sul campo si stava facendo critica. Ci vorrà comunque del tempo. In questi momenti dobbiamo mostrarci uniti, soprattutto per difendere la sovranità e l’integrità di un Paese invaso». Parla al plurale il presidente dei Stati Uniti Joe Biden perché la sua scelta è condivisa con gli alleati europei con cui si è confrontato al telefono: Meloni, Macron, Sunak e Scholz, Italia, Francia, Regno Unito e Germania.
«Kiev raggiungerà gli obiettivi strategici grazie al nostro aiuto, ma i tank non saranno una minaccia offensiva contro la Russia. Siamo grati soprattutto al cancelliere tedesco. Da parte della Germania è stata una vera accelerazione», ha spiegato Biden. Già dal 24 gennaio è noto che Berlino invierà 14 Leopard 2 carri armati a cui si uniranno i carri armati Abrams americani e altri mezzi che potrebbero arrivare anche dalla Gran Bretagna, oltre che dagli altri paesi europei. Olanda, Polonia, Norvegia, Finlandia, Spagna e Finlandia si sono dette pronte a cedere alcuni dei mezzi di produzione tedesca che hanno a disposizione. L’obietttivo europeo è di costituire due battaglioni di Leopard da destinare a Kiev. Sono circa 70 tank.
I tempi per vederli schierati saranno lunghi (i mezzi vanno portati e attivati, militari e meccanici addestrati), ma sono comunque mezzi che potrebbero cambiare le sorti della guerra. Lo sblocco delle forniture indica la volontà politica di Stati Uniti ed Europa di mantenere il sostegno all’Ucraina.
Biden ha elencato i Paesi che stanno contribuendo alla difesa di Kiev con sistemi di difesa aerea, artiglieria e veicoli blindati. Ci sono Italia, Regno Unito, Germania, Francia, Olanda, Francia, Slovacchia, Canada, Norvegia, Polonia e Svezia.
Immediato è arrivato il ringraziamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «Grazie al presidente degli Stati Uniti Joe Biden per un’altra importante decisione di fornire gli Abrams all’Ucraina. Sono grato al popolo statunitense per il supporto alla leadership! È un passo importante sulla via della vittoria. Oggi il mondo libero è unito come mai prima d’ora per un obiettivo comune: la liberazione dell’Ucraina. Stiamo andando avanti».
Altre storie di Vanity Fair che ti potrebbero interessare:
– Gli sposi di Kharkiv, amore fra le macerie
– Uk, Maria e Vitalij, fuggiti dalla guerra in Ucraina, si sposano circondati dalle foto dei loro cari