‘Chiedi chi era Roberto Roversi’: parafrasando il titolo di una celebre canzone degli Stadio (‘Chiedi chi erano i Beatles’), di cui fu l’autore, la casa editrice bolognese Pendragon celebra il centenario della nascita (28 gennaio 1923) di Roberto Roversi, uno degli intellettuali più importanti del secondo Novecento italiano.
Libraio antiquario di professione, è stato poeta, corsivista, narratore, drammaturgo, critico letterario, paroliere. Amico e collaboratore diretto di molti celebri scrittori – da Pasolini a Fortini, da Sciascia a Sereni, da Calvino a Vittorini – ha fondato e diretto le riviste ‘Officina’ (con Pasolini e Leonetti) e ‘Rendiconti’ e ha scritto testi per Lucio Dalla, per tre album realizzati fra il 1973 ed il ’76 ed entrati nella storia della canzone italiana: ‘Il giorno aveva cinque teste’, ‘Anidride solforosa’ e ‘Automobili’. La sua attività è stata così vasta e profonda che ancora oggi, a poco più di dieci dalla morte, avvenuta nel settembre 2012, emergono testi e testimonianze che evidenziano sempre più quanto il suo lavoro abbia inciso nella cultura italiana. Le Edizioni Pendragon, che dagli anni Novanta hanno pubblicato volumi di Roversi e accolto collane da lui ideate e dirette, vogliono che questo centenario “sia l’occasione perché il suo lavoro divenga sempre più patrimonio della comunità culturale nazionale”. ‘Chiedi chi era Roberto Roversi’, un tag fatto nascere da Jovanotti su Twitter alla notizia della scomparsa, è ora una doppia presentazione della vita e delle opere costruita attraverso l’ascolto coordinato da Antonio Bagnoli, nipote del poeta ed editore di Pendragon, di numerosi brani audio provenienti da un archivio sonoro di interviste da lui rilasciate alle radio tra gli anni Ottanta e il Duemila. A seguire, quattro artisti che non hanno mai conosciuto direttamente Roversi ma lo hanno scoperto dopo la morte – un gruppo musicale, un regista, un organizzatore di cultura e un incisore – porteranno la loro testimonianza. Gli appuntamenti sono in programma il 27 gennaio nella Sala dello Stabat Mater, alla Biblioteca dell’Archiginnasio, e il 28 all’auditorium Le Scuole di Pieve di Cento (Bologna), città che custodisce il suo archivio privato di lavoro. (ANSA).
RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA