Redazione 03 aprile 2023 18:43
La mozione della maggioranza sullo Stadio Tardini è stata approvata: 21 favorevoli, 2 contrari e 8 astenuti. Al sì della maggioranza, compatta nel voler portare avanti il progetto legato alla ristrutturazione dello Stadio Tardini, si è aggiunto quello della consigliera Brandini di Azione, espressione della minoranza che ha dato fiducia alla Giunta. Il no di Primo Bocchi di Fratelli d’Italia è arrivato per via di un progetto giudicato poco ambizioso. Si sono astenuti Europa Verde, Civiltà Parmigiana, Lega e Lista Vignali.
“Il tema del Tardini è un tema di mandato – spiega il sindaco Michele Guerra in Consiglio Comunale – affonda le radici nella campagna elettorale. Il progetto precedente, l’Astronave per intenderci, non ci convinceva. Era importante segnalare alla società Parma Calcio che bisognava tornare sul progetto. Perché c’erano delle perplessità legate alla sostenibilità, alla viabilità. Ho inviato la lettera al Parma Calcio immediatamente dove dicevo che bisognava rivedere il progetto. Il secondo percorso era relativo al discorso partecipativo. Sarebbe dovuto emergere il sentimento della città, bisognava costruire incontri dove sarebbe venuto fuori il punto di vista dei cittadini. Ne è uscita una relazione pubblica, servita alla maggioranza per far evincere alcune questioni che alimentassero il nostro dibattito. È seguita una mia seconda lettera al Parma che ha identificato quattro interventi relativi al progetto, che entrano nella mozione ancora più corposa. Ma non per perdere tempo e non decidere. Oggi il comune di Parma non spende un euro a livello di gestione, questo fa bene alle casse del comune. Ma il Tardini è uno stadio che ha bisogno di essere rivisitato. Abbiamo la convinzione che si possa arrivare a un progetto riqualificante della struttura, del quartiere e della città. La maggioranza ha questa convinzione. Bisogna gestirla con grande serietà. Il dialogo con il Parma non è sempre semplice, ma perché ci sono tanti temi. Stiamo arrivando al punto. Io credo che la mozione sia una buona mozione, a cui hanno lavorato tutti i gruppi di maggioranza con molto impegno. Ho anche visto che c’è stato un apprezzamento diffuso. Vogliamo che lo stadio venga revisionato in quella sede, che sia un’infrastruttura importante per la nostra città”.
Sulla possibilità di una eventuale delocalizzazione, Bosi puntualizza: “Krause ci ha sempre detto che la sua famiglia era disposta a finanziare una ristrutturazione in loco. Se il Comune avesse avuto delle intenzioni diverse, magari di farlo altrove, Krause non sarebbe stato disposto a finanziarlo”.
La consigliera Laura Cavandoli ha spiegato bene che il problema della delocalizzazione non si è mai posto. “È superato. Sull’interesse pubblico, la Lega si è inizialmente astenuta, ma perché voleva vedere cosa fosse. Noi non abbiamo votato contro. Ci siamo astenuti ma non abbiamo votato contro. Chi ha votato contro, i quattro voti contrari, sono da cercare dentro alla Giunta. Il Pd ora è nella maggioranza e si può parlare serenamente di un cortocircuito interno”.
Vignali: “Lo Stadio va fatto, il progetto deve andare avanti. Ma con delle linee chiare da parte del comune. L’investimento privato è un’opportunità, ma anche il privato deve tenere conto delle richieste dei cittadini. Per quanto riguarda il pubblico interesse, questo non può prescindere dai costi, dalla sostenibilità ambientale e finanziaria e dalla concessione. Sulla scuola che va salvaguardata ci siamo tutti. Il cantiere deve essere compatibile però con gli impegni di scuola e della squadra. Sarebbe molto bello che il privato investisse sulla scuola. Chiediamo di tenere come nome quello attuale. Per noi deve essere Stadio Tardini. Privilegiamo la ristrutturazione, piuttosto che la demolizione, perché la squadra non venga spostata fuori da Parma per due, tre anni”.
Lavagetto: “Lo Stadio dovrebbe subire una ristrutturazione non una demolizione”.
Bocchi: “Questa mozione rischia di mettere troppi paletti al progetto. Sobrietà? Cosa si intende per sobrietà. Io vorrei un progetto ambizioso e bello. Riguardo alla durata della concessione: un imprenditore è chiaro che voglia fare business, ma limitare l’uso della concessione pone vincoli. Si rischia di compromettere l’investimento. Sul nome: dare un nome di sponsor è nelle facoltà del privato. Sul fatto di privilegiare la ristrutturazione alla demolizione credo decidano i tecnici. Ma anche Wembley è stato demolito”.