Dopo essere attraccata a Ravenna il 31 dicembre con il suo carico di migranti salvati fra il 26 e 27 dicembre, ora la Ocean Viking insieme alla Geo Barents dovrà attraccare ad Ancona. Ancora una volta lontano, lontanissimo dai luoghi in cui avviene il recupero dei migranti. Lo ha stabilito il Viminale. Dopo Livorno, Salerno e Ravenna, ecco Ancona un’altra città amministrata da forze che non appoggiano l’esecutivo. A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, diceva quello. Per cui le opposizioni protestano e attaccano il governo per queste scelte, che fanno a pugni sempre più con la geografia e con la logica.
Il sospetto chiaramente è quello che l’esecutivo scelga appositamente gli scali di città lontane – in modo che le navi delle ONG perdano un sacco di tempo nel raggiungerli – e in più quasi tutte amministrate dal centrosinistra. Così si riversano un po’ di contraddizioni fra i piedi dell’opposizione.
“Abbiamo deciso di far sbarcare i migranti in tutti i porti italiani e non più soltanto in Calabria e Sicilia dove le strutture sono sotto stress”, aveva dichiarato nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in un’intervista a ‘La Repubblica’. Eppure, secondo le opposizioni, non è un caso che finora siano state scelte città guidate da forze che non appoggiano il governo Meloni.
PD: “STRATEGIA VERGOGNOSA E SCONCERTANTE”
La capogruppo del Partito democratico alla Camera, Debora Serracchiani, parla di “una pessima strategia che non tiene conto delle fatiche e delle difficoltà che corrono queste persone in mare”. E la deputata Rachele Scarpa rincara la dose: “Vergogna! La strategia di questo ‘Governo dei peggiori’ è incommentabile e sconcertante: rendere la vita impossibile a chi salva vite umane in mare (quindi rendendo tragicamente più probabile la morte per annegamento di uomini donne e bambini) e al contempo, con fare viscido e sornione, indirizzare le navi e i migranti solo in città governate dal centrosinistra”.
“Assistenza in mare e accoglienza non possono essere azioni piegate a logiche ideologiche – aggiunge Scarpa -, ma seguire i principi del diritto internazionale: si deve assicurare il porto più sicuro e più vicino, per poi redistribuire in maniera efficace sul territorio nazionale coloro che sbarcano. Massima solidarietà e stima per quelle amministratrici e amministratori locali che sono, loro malgrado, protagonisti di questa strategia malata del Governo e si comportano comunque con senso dello Stato e umanità. Massima condanna e censura del Governo e dell’operato di Piantedosi: se non giungeranno pronte smentite e un rapido cambio di registro, sarà necessario usare tutti gli strumenti democratici a nostra disposizione per denunciare e fermare questa modalità sconclusionata e gravissima su un tema così serio e delicato”.
FRATOIANNI (SI): “MANDEREBBERO I MIGRANTI A BOLZANO”
“Immagino che se fosse possibile, Piantedosi, Meloni e Salvini assegnerebbero Bolzano o Tarvisio, o qualunque altro posto il più lontano possibile come luogo di sbarco per le navi Ong che salvano naufraghi nel Mediterraneo Centrale, pur di rallentare l’azione umanitaria di salvataggio”. Lo scrive su Twitter il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell’Alleanza Verdi Sinistra. Per il leader di SI si tratta dell’”edizione 2023 della banalità del male“.
DELLA VEDOVA (+EUROPA): “OPERATO DEL GOVERNO SLEALE E INUMANO”
“Se fosse vero che Governo e ministro dell’Interno hanno scelto i porti sulla base del colore delle amministrazioni, sarebbe di una slealtà istituzionale enorme, oltre che inumano. Perché è inumano far viaggiare queste persone per altri quattro giorni, peraltro in condizioni di mare che non si preannunciano buone. Il ministro Piantedosi dovrebbe chiarire al più presto”. Lo dice il segretario di Più Europa, Benedetto Della Vedova, intervenendo a Omnibus su La7.
“Spero anche – aggiunge Della Vedova – che il premier Meloni nell’incontro con von der Leyen non riapra la polemica sui migranti, con la strategia di non far sbarcare persone, compresi donne e bambini: ad usarli come arma di pressione sugli altri Paesi europei, come fatto di recente, non si ottiene nulla” ha concluso.
LE PROTESTE DELLE ONG
Ovviamente l’assegnazione di porti lontani dalle zone di soccorso piace poco in primis alle Ong, costrette a lunghi e dispendiosi viaggi. “In base alle leggi internazionali marittime, l’Italia dovrebbe assegnare il luogo sicuro più vicino alla Geo Barents, mentre per raggiungere Ancona ci vorranno almeno 3,5 giorni e le condizioni meteo sono pessime”. Così Juan Matias Gil, capomissione di Medici Senza Frontiere.
“Assegnare un porto più vicino avrebbe soprattutto un impatto positivo sulla salute fisica e mentale dei sopravvissuti a bordo – prosegue l’attivista -. Chiediamo pertanto al ministero dell’Interno l’assegnazione di un luogo sicuro più vicino che tenga in considerazione la posizione attuale della Geo Barents”. Una richiesta che è stata respinta dalle autorità italiane, esattamente come quella di Sos Mediterranee, la cui Ocean Viking dovrà fare rotta verso Ancona. “Quest’ordine va contro l’interesse dei naufraghi e contro il diritto internazionale, inoltre svuota il Mediterraneo di navi di soccorso”, attacca la Ong.
Le testimonianze sono state raccolte dall’Agenzia Dire.