Nuove accuse per un commercialista riminese di 59 anni, già a processo per appropriazione indebita pluriaggravata in continuazione, dopo la “sparizione” di oltre 300 mila euro. Cifra, questa, derivante dalle somme che più clienti gli avevano consegnato per imposte e tasse poi risultate mai pagate (vedi notizia).
Il sostituto procuratore Luca Bertuzzi ha chiesto il rinvio a giudizio del professionista, che si sarebbe reso responsabile di aver sottratto 129 mila euro alla Fondazione Taccia di Rimini, che si occupa di ricerca oncologica, della quale era consigliere. Infatti, secondo l’accusa, il 59enne (difeso dall’avvocato Piero Venturi) strumentalizzando proprio la carica di consigliere e l’incarico ricevuto dalla stessa Fondazione per la gestione del patrimonio immobiliare e la tenuta della contabilità, si sarebbe appropriato di svariate somme di denaro che dovevano essere invece destinate al pagamento di tasse e imposte o per il pagamento di debiti verso i fornitori. I 129mila euro prelevati dal 2017 al 2020, stando alla ricostruzione della Procura, sarebbero stati utilizzati per fini estranei a quelli della fondazione. Inoltre il commercialista si sarebbe appropriato anche dei beni acquistati a nome della Fondazione, come due notebook, uno zoom ottico, un videoproiettore e una fotocamera digitale.
Dopo l’ultima udienza nel dicembre dello scorso anno, il professionista riminese aveva fatto perdere improvvisamente ogni sua traccia. Si sarebbe trasferito per un periodo all’estero, Oltralpe, per cercare lavoro e tentare di ripianare i debiti accumulati. Di recente è stato rintracciato in città dai carabinieri, che gli hanno notificato l’apertura di un indagine a suo carico. L’udienza davanti al gup del tribunale di Rimini è stata solo rinviata e per il 59enne si prospetta l’ipotesi di un nuovo processo per appropriazione indebita aggravata.
