Ogni tanto si impone di rifare il punto sulla cosiddetta vicenda pandemica, posto che questa ha determinato un grave vulnus sociale da ogni punto di vista, e quindi si rivela opportuno, piuttosto spesso, tornare a riflettere su quella vicenda; anzi, mantenendo la riflessione permanente, dato che la vicenda non è affatto conclusa, alla luce del fatto che siamo ancora sotto l’efficacia delle folli sentenze della Corte Costituzionale sugli obblighi vaccinali.
Emergono dunque due punti fondamentali, sui quali non smettere mai di riflettere, se vogliamo evitare il pericolo di ricadere in situazioni di autentico autoritarismo, o anche, a ben vedere, alla luce in particolare di quelle sentenze, di vero e proprio totalitarismo; i punti fondamentali sono i seguenti due:
a) Rapporto tra salute e libertà, di tal che si è ampiamente, non direi autorevolmente, sostenuto che “la salute prevale sulla libertà”;
b) Rapporto tra diritti di libertà individuale e cosiddetto interesse pubblico o collettivo, per cui alla fine è prevalsa la tesi, per molti versi insulsa, per la quale l’interesse pubblico o collettivo prevarrebbe sui diritti di libertà individuale, esattamente come previsto esplicitamente dal programma del Partito Nazionalsocialista.
a) Sotto il primo aspetto, si è imposta una contrapposizione, del tutto strumentale e artificiosa, tra “salute” e “libertà”, in nome della quale rinchiudermi da qualche parte, quindi privandomi totalmente della libertà, per qualche strana ragione dovrebbe funzionare come “medico collettivo”, e quindi garantire, non si sa come, la mia “salute” come prevalente sulla mia “libertà”, con il pretesto che, senza salute non ho alcuna libertà da esprimere: il che in parte è vero, salvo che continua a non comprendersi come privandomi della libertà, e quindi della dignità umana, io diventerei poi immune da ogni malattia e, magari, se sono malato, guarirei miracolosamente in nome della Speranza: come si vede, si entra a vale spiegate in uno bizzarro “misticismo di Stato”, con le sue regole, che appaiono totalmente regole deliranti; e questo a prescindere dal fatto che, per la stessa Oms, “salute” non significa esenzione dallo starnuto, una condizione generale di benessere psichico, della quale l’essere rispettato nella propria dignità rappresenta elemento costitutivo essenziale.
b) Sotto il secondo aspetto, si è ribaltata la gerarchia delle fonti, rispetto a come i nostri genitori liberali e della buona borghesia ce l’ha insegnata fin da quando eravamo bambini: vale a dire che, dopo la Seconda guerra mondiale e dopo i totalitarismi del Novecento, genitori e maestre ci hanno insegnato che la dignità umana viene al primo posto rispetto a ogni altra cosa o valore, così come stabilito dalla stessa Carta dei diritti umani dell’Onu, il cui senso era esattamente quello: ossia di scongiurare qualsiasi ritorno al passato, passato nel quale il perseguimento dell’interesse collettivo cosiddetto, in nome di pretesi valori “superiori”, incarnati dal nazismo o dal comunismo staliniano, potesse sacrificare l’individuo, in quanto percepito come “irrilevante” rispetto alle magnifiche sorti, e progressive del collettivo statale, individuo ridotto invece a scarafaggio da potere schiacciare senza scrupoli o rimpianto.
Le recenti sentenze sull’obbligo vaccinale della Corte Costituzionale, dunque, oltre a ribaltare gli orientamenti precedenti, nella parte in cui vietavano l’obbligo, ove gli effetti avversi non fossero quelli di mera routine, vengono a collocarsi puramente e semplicemente fuori dalla civiltà occidentale, così come contrassegnata dalle Carte dei diritti umani e fondamentali, dato che hanno sancito il nazistico e comunistico principio che, in nome dell’interesse collettivo, o presunto tale, lo Stato può ammazzare le persone, può sacrificare i cittadini, dato che ora sono ammessi anche gli effetti avversi gravi e, quindi, anche le morti da vaccino: bisogna sacrificarsi in nome dell’interesse superiore, dunque, esattamente come in quei totalitarismi che avevamo pensato di esserci lasciati alle spalle.
Che poi quell’interesse collettivo superiore sia una bufala, dato che ci costringono a un obbligo vaccinale per vaccini che nemmeno funzionano davvero, rappresenta solo un incidente di percorso, che la Corte Costituzionale ritiene nemmeno meritevole di essere preso in considerazione.
Fabio Massimo Nicosia, 4 aprile 2023