Giorgia Meloni ha chiesto ai familiari delle vittime del naufragio di Cutro e ai sopravvissuti “quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate”. È stata questa, lo ha comunicato Palazzo Chigi, una delle domande della presidente del Consiglio ai presenti durante l’incontro blindato dopo la strage di migranti sulle coste del Crotonese, dove hanno perso la vita almeno 86 persone. Una domanda alla quale gli afghani presenti hanno risposto spiegando che sono stati abbandonati in un Paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire.
Preceduto dalle polemiche per la linea del governo e per la mancata visita al PalaMilone dove era stata allestita la camera mortuaria, il faccia a faccia – accettato solo una trentina di familiari e sopravvissuti – si è svolto “in un clima emozionato e commosso”, ha spiegato la presidenza del Consiglio. Di fronte a chi è arrivato a Roma, Meloni ha anche “ribadito la linea del governo nella lotta contro i trafficanti di esseri umani, al fine di evitare altre tragedie”.
I parenti e i superstiti “si sono rivolti facendo “appello al suo cuore di madre” della presidente, che li ha ringraziati “per la presenza e per la chiarezza” con la quale hanno “esposto i vostri drammi e le vostre richieste”, ha detto Meloni. Sempre secondo la ricostruzione di Palazzo Chigi, la presidente ha chiesto più volte cosa possa fare concretamente per aiutarli e i parenti hanno chiesto innanzitutto che i corpi che il mare non ha ancora restituito continuino ad essere cercati. Anche quelli incagliati in quel che resta di quel caicco finito in fondo al mare sei ore dopo essere stato intercettato da un aereo di Frontex a 40 miglia dalle coste italiane.
Un impegno che la presidente del Consiglio ha assunto. Qualcuno ha anche chiesto una mano concreta sui ricongiungimenti, per consentire a chi è sopravvissuto di raggiungere i parenti che vivono in Europa. Su questo Meloni non ha assunto impegni: “Non posso farlo a nome di altri Paesi”, ha detto ma si è proposta per veicolare la loro richiesta ai leader europei che incontrerà la settimana prossima a Bruxelles.