Rispondendo per iscritto alla richiesta dei sindaci del Forlivese di sospensione del progetto di sistema di sviluppo di soccorso preospedaliero in Romagna (la rete delle automediche, ndr), il DG di Ausl Romagna Tiziano Carradori ha precisato che l’Ente non ha alcuna intenzione di fare marcia indietro e dunque la riduzione delle automediche viene confermata sia nel Forlivese che nel Ravennate, dove fra Lugo e Faenza ne rimarrà in servizio solo una, a Cotignola.
“L’intervento di rimodulazione, in riduzione e redistribuzione dei mezzi di soccorso avanzato a leadership medica (MSA med.) non interessa solo il distretto di Forlì, con la soppressione della codificata Mike 42 con partenza dal Comune di Meldola e attiva 12 ore/die, ma interessa anche i distretti di Rimini e Riccione (con soppressione di una delle tre MSA med. attualmente dislocate nei territori dei citati distretti e operante 24h/die) e i distretti di Faenza e Lugo (con soppressione di una delle due MSA med. attualmente dislocate nei territori dei citati distretti e operante 24h/die). La rimodulazione delle postazioni di partenza è accompagnata da un riposizionamento mobile dei mezzi MSA med. rimanenti nei distretti Sud e Nord dell’Azienda, sulla base dell’analisi dell’attività storicamente effettuata e sulla base dei migliori tempi di intervento” precisa Carradori nella sua risposta tecnica.
“Secondariamente, si ribadisce quanto già espresso in occasione dell’esecutivo della CTSS (il 16/12/2022) e nella successiva plenaria della stessa Conferenza (il 19/12/2022): l’intervento di riduzione dei MSA med. non esprime la volontà di anticipare il più generale piano di riorganizzazione esplicitato nel progetto di cui Voi chiedete la sospensione dell’attuazione. Al contrario, è una misura urgente ed indifferibile finalizzata a mantenere la migliore performance operativa (in termini di copertura e tempi di intervento) del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso dell’Azienda della Romagna in una congiuntura di gravissima carenza di personale. – continua Carradori – Questa misura non ha peraltro nulla a che vedere con ragioni aziendali di tipo finanziario. Sostenerlo significa mistificare una realtà dei fatti di cui le responsabilità sono datate nel tempo e collocate altrove. A contrario, è una misura resa necessaria da fatto che la criticità in cui versa il sistema dell’emergenza territoriale ed ospedaliera – più volte rendicontata dallo scrivente alla CTSS, ai Consigli Comunali che hanno fatto richiesta di approfondirla e agli organi di informazione – non solo non si è risolta ma, al contrario, si è aggravata per l’insuccesso delle reiterate procedure di reclutamento di personale.”
“Lo stato attuale della dotazione medica è il seguente. A fronte di un fabbisogno di Medici di Emergenza Territoriale (MET) necessari a mantenere un assetto come quello preesistente alla rimodulazione d’urgenza da Voi “contestata”, ovvero 11 MSA med. h24 + 1 MSA med. h12, variabile da 51 a 69 unità mediche tempo pieno equivalenti (rispettivamente senza considerare nel fabbisogno le unità necessarie a coprire assenze per congedi e per malattia o viceversa), a dicembre le unità disponibili erano 37 (-26% circa), di cui 11 incaricati e 26 titolari. Detto in altri termini, la copertura dell’assetto preesistente avrebbe potuto essere garantita esclusivamente ricorrendo alla richiesta di attività eccedente il normale orario contrattuale oltre i limiti massimi consentiti dalla normativa vigente, sia ai MET in dotazione sia ai medici ospedalieri in servizio presso i pronto soccorso e le anestesie e rianimazione dell’azienda. – puntualizza Carradori – L’integrazione dei medici ospedalieri non è stata più possibile per una duplice ragione: la grave carenza di personale medico di pronto soccorso e medicina d’urgenza (a tutt’oggi la dotazione storica di 190 medici è carente di 35 unità), tamponata anche con disposizioni di servizio date agli specialisti di discipline equipollenti, e la necessità di garantire il massimo recupero degli interventi chirurgici in lista di attesa. Ritengo che difficilmente, soprattutto alla luce delle evidenze oggettivate in termini di numero, gravità ed esito differenziale degli interventi effettuati dai MSA med. rispetto ai MSA inf., si potrebbe considerare più etico e tecnicamente preferibile ridurre ulteriormente gli schieramenti medici dei pronto soccorso o allungare ulteriormente i tempi di attesa degli interventi chirurgici.”