Bologna, 27 marzo 2023 – Il Duse è gremito per lo spettacolo “Io sono il peggiore” di Beppe Grillo. “Bologna riserva sempre un’accoglienza straordinaria – esordisce il comico – una città a cui devo molto. E devo dire che tutti i politici che abbiamo mandato a quel paese, cominciando proprio da Bologna, oggi sono al governo. Non so perché io debba essere considerato il peggiore quando ero il migliore”.
Dopo un lungo periodo di silenzio, Grillo coinvolge tutto e tutti nel monologo, nessuno è escluso. Nemmeno il Carlino Bologna e proietta la pagina dei necrologi con la sua foto in cima agli annunci funebri. Si passa poi dalla religione alle silenziose guerre economiche, passando per il metaverso, fino al lato oscuro dell’ambientalismo.
Immancabile poi il riferimento al governo: “C’è stato un furto delle parole. Fratelli d’Italia era un inno e ne hanno fatto un partito. Ogni volta che canto il mio inno mi viene in mente il trio della nana (Giorgia Meloni, ndr), l’omone (Guido Crosetto, ndr) e Ignazio La Russa. Mario Draghi – aggiunge – se n’è andato perché voleva essere nominato presidente della Repubblica. Invece ci ritroviamo Mattarella che applaude Roberto Benigni al festival di Sanremo perché elogia la Costituzione. Ma l’avete letta la Costituzione? È un’opera incompiuta composta da periodi di 19 parole. Andrebbe previsto un meccanismo come la sfiducia costruttiva per impedire a un personaggio come Matteo Renzi, che ha il 2 per cento di consensi, di far cadere il governo”.
“Mi sento un cristo di serie B”, conclude. E indossa una corona, non di spine come Gesù, ma di spinotti. “Chi può essere il trait d’union tra Adamo e Dio?”, domanda. La risposta per lui è semplice: Beppe Grillo.