Che cosa succede a Prelios. Fatti, numeri e indiscrezioni
Prelios: conti sfavillanti, incertezze sul futuro (sia su nuovi azionisti sia su alcuni progetti clou.
Che cosa sta succedendo al gruppo attivo nella gestione dei portafogli di crediti problematici, area che si unisce a quella storica dell’immobiliare con la Sgr, attività che un tempo era di Pirelli Real Estate. Prelios è controllata da Burlington Loan Management, veicolo di investimento di diritto irlandese gestito da Davidson Kempner Capital Management
Prelios ha chiuso il 2022 con un risultato netto di 89,9 milioni di euro, in calo dai 97,1 milioni registrati nel 2021. Come spiegato in una nota della società, la migliore performance registrata a livello di Ebitda (+14% a 141,8 milioni), e stata più che compensata dal maggiore carico fiscale (22,2 milioni di maggiori imposte nel 2022), riconducibile all’esaurimento del beneficio dell’utilizzo di perdite pregresse e a benefici una tantum di cui il gruppo ha goduto nel 2021. I ricavi sono aumentati del 15% a 309,4 milioni dai 268,5 milioni del 2021.
COME VA L’UTILE DI PRELIOS
Dalla nota della società si nota che l’utile, sotto il peso del maggiore carico fiscale (22,2 milioni di euro di maggiori imposte nel 2022), riconducibile all’esaurimento del beneficio dell’utilizzo di perdite pregresse e a benefici una tantum di cui il gruppo Prelios presieduto da Fabrizio Palenzona ha goduto nel 2021, è sceso del 7,4% a 89,9 milioni di euro. Il debito netto è invece in diminuzione, pari 1,2 volte l’Ebitda.
LE PAROLE DEL VERTICE
«Il 2022 ha registrato il miglior risultato di sempre come piattaforma di gestione, e il sesto anno consecutivo di crescita, con un Cagr 2017-2022 del 31% sui ricavi e dell’81% sull’Ebitda. Questo conferma ancora una volta la bontà della scelta strategica di sviluppare un modello asset light, basato su una piattaforma integrata e scalabile, e di saper interpretare le tendenze del credito e dell’immobiliare, consolidando un percorso di crescita solida e sostenibile. Le linee di sviluppo del gruppo Prelios si concentrano su business a maggiore crescita e redditività, con una particolare attenzione sulle aree innovative, che sfruttano tecnologia e data management» dice il ceo del Gruppo Prelios, Riccardo Serrini.
IL COMMENTO DEL SOLE 24 ORE
“I conti hanno archiviato il percorso di crescita dell’azienda, il cui business è concentrato sulla gestione dei portafogli di crediti problematici, area che si unisce a quella storica dell’immobiliare con la Sgr, attività che un tempo era di Pirelli Real Estate”, ha commentato il Sole 24 ore.
Il quotidiano economico-finanziario volge lo sguardo al futuro, che non è ancora chiaro per Prelios: “I riflettori restano puntati sul possibile riassetto azionario della società milanese, controllata dal fondo statunitense Davidson Kempner. Da qualche mese sono in corso trattative per cedere Prelios. È scaduta, nelle scorse settimane, l’esclusiva con il gruppo Ion, già azionista di Cedacri e Cerved, che fa capo all’imprenditore Andrea Pignataro. In particolare, Ion avrebbe difficoltà a definire il pacchetto di finanziamento necessario all’acquisizione, anche se non è da escludere un’accelerazione positiva. Nel frattempo, un altro compratore, un fondo d’investimento estero, si sarebbe palesato e avrebbe avviato discussioni”.
COSA SUCCEDE FRA PRELIOS E INTESA SANPAOLO?
Secondo alcune indiscrezioni finanziarie, a frenare Ion ci sarebbe anche l’incertezza su un progetto rilevante per Prelios. Infatti torna a far parlare di sé l’ex Stalingrado d’Italia, o meglio l’area di Sesto San Giovanni dove nel 1906 sono sorte le acciaierie Falck. Due cordate (la prima quella capeggiata da Prelios), di cui una di recente, sono scese in campo per il progetto di riqualificazione della zona, chiamato MilanoSesto; a far da capofila tra i finanziatori di Prelios c’era Intesa Sanpaolo che però ora, secondo indiscrezioni, avrebbe – secondo un articolo del dorso economico del Corriere della sera – dei ripensamenti sul progetto o più precisamente sulla sua destinazione.
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