Dalle 14 di oggi martedì 28 marzo la camera ardente allestita a Bagnacavallo nella Sala Oriani dell’ex convento di San Francesco per dare l’ultimo saluto all’attore Ivano Marescotti è un’incessante processione laica di persone, amici, conoscenti, ammiratori, allievi della sua accademia, partigiani dell’Anpi, militanti politici. Sono venuti in tanti, tantissimi a rendergli omaggio e a salutare, insieme a lui, la giovane moglie Erika Leonelli, che gli è sempre accanto nella grande sala: al centro, verso il fondo, c’è il feretro, dietro di lui il picchetto d’onore dell’Anpi a cui lui era iscritto, militante di quella sinistra che ha tanto amato, spesso ferocemente criticato e mai rinnegato.
Alla destra del feretro il video con alcuni spezzoni delle sue interviste, dei suoi film, dei suoi spettacoli. Nella sala la voce inconfondibile di Marescotti, calda e profonda, è la colonna sonora dell’ultimo addio. Quella voce che ha fatto emozionare tanti in Italia e certamente tutta la Romagna. E quando vengono in visita alla salma tanti hanno gli occhi lucidi, memori di quelle emozioni. Perché Ivano Marescotti in Romagna, a Ravenna, nella sua Bagnacavallo non era solo ammirato: era amato. Un amore totalmente ricambiato che traspare da tutto il suo lavoro. Perciò egli lascia una traccia indelebile.
Sono le parole che dicono anche la Sindaca di Bagnacavallo Eleonora Proni nella nostra piccola intervista e, soprattutto, la moglie Erika Leonelli. Che ci ricorda come Ivano Marescotti vivrà per sempre con i suoi spettacoli, i suoi film, la sua voce. E con la sua Accademia di teatro che continuerà ad esistere dopo di lui e per lui, per tramandare il suo insegnamento e la sua passione per la recitazione.
Erika Leonelli lo aveva incontrato in una maniera molto romantica sotto i portici di Bologna in Via Lame, lei da una parte, lui dalla parte opposta. Era il 2012. Galeotto fu uno sguardo, molto speciale, che si scambiarono. Poi qualche anno lo conobbe durante le lezioni di teatro che Ivano Marescotti aveva cominciato a impartire come lascito ai più giovani. Durante quel corso sbocciò una relazione. Quando lo intervistai appena usciti dal lockdown del 2020 per il Covid, mi disse che la pandemia gli aveva pesato, ma in compenso si era appena fidanzato.
A inizio del 2022 l’annuncio del ritiro dalle scene e giusto un anno fa, nella Villanova di Bagnacavallo dove era nato nel 1946, Ivano Marescotti l’ha sposata con una originale cerimonia in dialetto romagnolo.
L’artista è venuto a mancare domenica 26 marzo all’età di 77 anni, dopo una lunga malattia. La camera ardente a Bagnacavallo resta aperta anche domani mercoledì 29 marzo dalle 10 alle 15, poi alle 15 si terrà una cerimonia laica di commiato. Verranno raccolte offerte per lo Ior. Alle 16.30 il feretro partirà poi alla volta di Ravenna per la cremazione.
La Sala Oriani dell’ex convento di San Francesco a Bagnacavallo è in via Cadorna 14; nei pressi è disponibile il parcheggio di Santa Chiara, sempre in via Cadorna.
Ouidad Bakkali ricorda Ivano Marescotti alla Camera dei Deputati
“Domenica si è spento Ivano Marescotti, attore, autore, regista e ambasciatore della Romagna nel mondo. Aveva lavorato in teatro con giganti del calibro di Leo de Berardinis, Mario Martone, Carlo Cecchi, Giampiero Solari, Giorgio Albertazzi, Marco Martinelli e ha preso parte a film, diventati capisaldi del cinema mondiale, diretti da Anthony Minghella, Ridley Scott, Marco Risi e Pupi Avati. 6 volte candidato al nastro d’argento, che ha vinto nel 2004, è stato il dottor Randazzo in Johnny Stecchino e sono memorabili le sue scene nei film di Checco Zalone. – ha detto Bakkali – Con la perdita di Ivano Marescotti noi tutti perdiamo un grande artista che ha saputo interpretare grandi ruoli e piccole parti, un grande istrione così come una efficacissima spalla comica. I romagnoli tutti, e i ravennati in particolar modo, perdono un concittadino capace di raccontarli con delicatezza e arguzia. A Ravenna Marescotti è stato protagonista di “Zitti Tutti!” del Teatro delle Albe, dove il testo del poeta Raffaello Baldini guidava un personaggio, interpretato da un magistrale Marescotti metà in luce e metà in ombra, in un racconto minuzioso del nostro spaesamento di creature del ventesimo secolo, utilizzando la lingua “del paese”, il dialetto romagnolo a entrambi caro. Sempre a Ravenna, negli anni più recenti, Marescotti aveva dato vita al TAM, Teatro Accademia Marescotti, una scuola di teatro e cinema aperta a tutti dove chiunque poteva provare a prendere parte al processo creativo dell’attore. Oggi noi ci stringiamo intorno alla sua famiglia e piangiamo un grande artista.”