E meno male che i parenti delle vittime della tremenda tragedia di Cutro dovevano essere infuriati con Giorgia Meloni. Lo abbiamo letto nei resoconti che si susseguono da settimane sui giornali: la rabbia dei parenti, “ci aspettavamo un omaggio alle bare”, “ci hanno lasciati soli al nostro dolore”. Grandi intellettuali e politici di sinistra ci hanno marciato sopra. Eppure… eppure quanto successo ieri a Palazzo Chigi racconta una storia diversa, decisamente differente, e smentisce in lungo e in largo simili ricostruzioni.

Lo dimostrano le immagini. Un breve filmato, che Nicolaporro.it può pubblicare in esclusiva, mostra infatti i parenti delle vittime (invitati dal governo per un incontro riservato) chiedere al premier di posare per loro in alcuni selfie. I volti sono distesi. Il clima sereno. Ora, tutto si può dire e ogni interpretazione è possibile. Ma pare difficile immaginare che persone “infuriate” con la Meloni possano voler conservare nel telefono un ricordo dell’incontro con lei. Giusto?

Giusto. Infatti chi c’era a quell’incontro racconta di una premier molto emozionata mentre ascoltava i racconti dei superstiti, portati a Palazzo Chigi da alcuni bus della polizia. “Da parte sua c’è stato un forte carico emotivo – racconta all’Ansa uno dei presenti – Ci ha chiesto delle nostre sofferenze e quando le abbiamo raccontate si è messa a piangere. È stata molto partecipativa. Chi voleva raccontare la propria storia ha potuto farlo”. L’uomo è sopravvissuto al naufragio, ma la sua nipotina di 6 anni non ce l’ha fatta: avrebbe tutto il diritto di prendersela con i soccorsi, con l’Italia, con il governo, con Meloni. Ma non lo fa. Anzi: parla di un “incontro molto positivo”, condito dalla promessa del premier di intercedere per loro per un ricongiungimento familiare.

Per approfondire

In fondo Meloni a Cutro, luogo della strage, c’era già andata per il Consiglio dei ministri. Ma la sinistra mediatica e politica aveva calcato la mano sulla scelta di non rendere omaggio alle bare delle 86 vittime, omaggio che peraltro lo Stato aveva già portato nelle vesti di Mattarella. Tanto è bastato per montare un’inesistente polemica sul nulla. Il governo si è fermato a Cutro, scriveva Repubblica il giorno dopo il Cdm parlando di “fuga dalla responsabilità”. E poi le interviste al parente deluso dal non aver potuto parlare col premier, le articolesse vergate di getto, quel non detto che vuole l’esecutivo se non responsabile, almeno complice di questo naufragio.

Beh: non solo le ricostruzioni fornite dalla Guardia Costiera su quelle ore smentiscono tanti affrettati teoremi; ma i selfie a margine dell’evento a Palazzo Chigi reprimono anche ogni possibile illazione. Quegli uomini e quelle donne, per quanto feriti dal dolore, non sembrano imputare a Meloni di avere la morte di loro cari sulla coscienza. A differenza di quanto sostiene la sinistra.

Giuseppe De Lorenzo, 17 marzo 2023

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