Di sostenibilità ne parlava ben prima che fosse così di moda parlarne. Ci ha creduto e ne è diventato un riferimento. L’architetto Mario Cucinella, classe 1960, è da anni che, nei suoi lavori, integra strategie ambientali, sociali ed energetiche, tanto da aver fondato una scuola dedicata: si chiama SOS School of Sustainability e, rivolta a neolaureati in Architettura, Ingegneria e Design, fornisce gli strumenti per una progettazione responsabile.
Ed è a lui che abbiamo fatto qualche domanda sulla nuova architettura, su che cosa voglia dire oggi, nel 2023, costruire in modo sostenibile.
Qual è il materiale più eco?
«Il legno, ora come allora, perché è una risorsa rinnovabile. Naturalmente si parla di legni certificati e parte della riforestazione programmata».
Qual è, secondo lei, un edificio che possa essere preso come esempio di architettura sostenibile?
«Benché ancora un prototipo direi Tecla, il primo modello innovativo di abitazione ecosostenibile stampato in 3D in terra cruda. La sfida è molto ambiziosa ma è necessario cambiare i paradigmi nel mondo delle costruzioni. Nuovi materiali non derivati dal petrolio, materiali riciclati e attenzione al clima».
Tecla
Per essere considerata sostenibile, una casa che cosa non deve avere?
«Per esempio, il riscaldamento a gasolio, ma soprattutto non deve avere degli abitanti che non lo siano nei comportamenti. La sostenibilità è anche un comportamento, uno stile di vita».
Se si rifà la ristrutturazione di una casa, che primo accorgimento andrebbe messo in atto perché l’alloggio possa diventare più sostenibile?
«Ribadisco: i comportamenti. Una casa può essere migliorata per l’uso di materiali naturali e una buona prestazione termica, ma senza un cambio di atteggiamento, più consapevole, la sostenibilità non potrà essere che molto parziale».
Al di là dell’impatto ambientale (che è già tanto), un green building è vantaggioso anche per altro? Fattori economici, estetici, di usura…
«Il tema dei green building non è e non deve essere solo economico o prestazionale. Sono edifici nei quali si vive meglio».
Qual è il Paese in Europa più avanti in questo senso? Che cos’hanno lì per esempio?
«Restringiamo il tiro. Diciamo città: Copenaghen. Negli ultimi decenni, ha investito molto nell’Architettura; ha creduto nella trasformazione urbana e nella mobilità dolce ciclopedonale: è un modello di politiche urbane e architettoniche che hanno permesso a una generazione di architetti di esprimere il proprio tempo».