Da sinistra l’ex vice presidente dell’Assemblea legislativa Giacomo Bugaro e l’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca
Ancona, 9 febbraio 2023 – Nuovo ribaltamento in Cassazione per un’altra delle sentenze emesse sulla vicenda delle cosiddette ‘spese facili’ in Consiglio regionale Marche tra il 2008 e 2012: in questo caso la Suprema Corte, come anticipato dal Corriere Adriatico, ha annullato il verdetto di condanna emesso nell’ottobre 2021 a carico dell’ex vice presidente dell’Assemblea legislativa Giacomo Bugaro e dell’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca ai quali erano stati inflitti rispettivamente un anno e mezzo, e un anno e 8 mesi di reclusione per peculato, pena sospesa, dalla Corte d’appello di Perugia.
La Cassazione ha rinviato gli atti alla Corte d’appello di Firenze per un nuovo procedimento. Ancora non si conosce la motivazione. Nel procedimento, in cui si contestava l’utilizzo di fondi pubblici per attività non prettamente legate a quella consiliare dei Gruppi, dopo lunghe e articolate indagini della Guardia di Finanza coordinata dalla Procura di Ancona, erano stati chiamati in causa 60 ex consiglieri e addetti ai Gruppi. Nella prima tornata procedimentale, davanti al gup, in 55 avevano scelto il rito ordinario e cinque l’abbreviato tra cui Spacca e Bugaro, e altre tre persone poi assolte in seguito.
Per i primi 55 il proscioglimento decretato dal gup era stato annullato dalla Cassazione, dando vita a un nuovo procedimento poi ‘spezzettato’ tra rito ordinario e abbreviati, questi ultimi conclusi tra assoluzioni e una prescrizione. Per Spacca e Bugaro, assoluzioni in primo grado e in appello ad Ancona, revoca parziale dell’assoluzione in Cassazione, nuova condanna nell’appello bis di Perugia per spese residue ammontanti a qualche centinaia di euro (ad esempio per Bugaro erano spese postali e convegni) e, infine, revoca della condanna in Cassazione. Ora atti alla Corte d’appello di Firenze per entrambi, difesi dagli avvocati Maurizio Barbieri e Davide Toccaceli di Ancona; al momento, confermano i legali, non si conosce ancora la motivazione del verdetto.