
Chi l’avrebbe mai detto che le nostre coste fossero un tempo infestate dai pirati, neanche fossimo nei Caraibi?! Eppure è così. E ce lo racconta con dovizia di particolari l’ultimo lavoro di Eraldo Baldini, “Pirati e Corsari nel mare di Romagna”, realizzato a più mani insieme a Giancarlo Cerasoli, Oreste Delucca e Davide Gnola.
I litorali della Romagna, che oggi sono luoghi di vacanze e di svago, sono stati per secoli una pericolosa frontiera frequentata anche da pirati e corsari: una presenza che, contrariamente a quanto suggerisce l’immaginario di molti, ha riguardato dunque non solo mari lontani, ma anche il Mediterraneo, del quale l’Adriatico è parte integrante e significativa.
Da noi non c’erano pirati inglesi, francesi o senza patria che assaltavano i galeoni spagnoli pieni d’oro. Le comunità costiere e portuali della Romagna hanno dovuto misurarsi in passato, invece, con le continue incursioni di “uscocchi” e “barbareschi”, con razzie di cose e rapimenti di persone, e con la “guerra di corsa” che ha caratterizzato per alcuni secoli lo scontro tra l’Impero Ottomano e gli stati mediterranei ed europei, con importanti riflessi sociali, economici e culturali e con un’ampia produzione documentaria che si ritrova negli archivi, oltre che con testimonianze materiali ancora visibili, in primo luogo le torri di guardia nei porti e lungo i litorali.
Una storia di grande fascino, in gran parte sconosciuta al pubblico, che questo libro di Baldini e compagni intende raccontare attraverso vari aspetti: il contesto marittimo in cui avviene, le incursioni testimoniate negli archivi e nelle memorie, le difese costiere, gli ex voto che rappresentano i sentimenti delle persone che hanno vissuto allora una costa e una società molto diverse da quelle che oggi conosciamo.
“Pirati e Corsari nel mare di Romagna” (secoli XV – XIX) è edito da Il Ponte Vecchio ed è in libreria e negli stores online dall’8 febbraio.
