La mossa della Cina contro Lockheed Martin e Raytheon arriva per la vendita armi a Taiwan. Alle due aziende sarà vietato fare affari con la Repubblica popolare cinese ed effettuare nuovi investimenti nel Paese
La Cina colpisce ancora i colossi della difesa statunitensi.
Pechino ha deciso di adottare sanzioni contro i produttori di armi americani Lockheed Martin e Raytheon, di fatto vietando loro ogni attività in Cina.
Le autorità cinesi “hanno deciso di includere Lockheed Martin Corporation e Raytheon Missiles & Defence, (controllata di Raytheon Technologies) che hanno partecipato alla vendita di armi a Taiwan, nell’elenco delle entità inaffidabili”, si legge in una nota diffusa da Ministero del Commercio cinese. La mossa punta a isolare l’isola rivendicata da Pechino come parte “inalienabile” del suo territorio.
Inoltre, già nel febbraio 2022 Pechino aveva imposto sanzioni contro i produttori statunitensi Lockheed Martin e Raytheon sempre perché coinvolti nelle vendite di armi a Taiwan.
Le misure arrivano tra le crescenti tensioni dopo che le forze armate statunitensi hanno abbattuto quello che si dice fosse un pallone spia cinese, e il giorno dopo che Pechino ha avvertito di “contromisure contro entità statunitensi rilevanti che minano la sovranità e la sicurezza della Cina”, ha commentato Reuters.
Tutti dettagli.
IL NUOVO PROVVEDIMENTO DI PECHINO CONTRO LOCKHEED MARTIN E RAYTHEON
Alle due compagnie americane “è vietato svolgere attività di importazione ed esportazione relative alla Cina” ed è “proibito effettuare nuovi investimenti in Cina”.
Inoltre il provvedimento include un “divieto di ingresso (nel paese) al personale dirigente delle predette imprese”, la cancellazione e la negazione di “permessi di lavoro, soggiorno e residenza del suddetto personale dirigente in Cina”; l’”imposizione di ammende (…) il cui importo è il doppio dell’importo del contratto di vendita di armi di ciascuna impresa a Taiwan”.
Nella nota, inoltre, il ministero segnala che se il pagamento delle ammende non avverrà entro 15 giorni a partire da oggi, saranno adottate ulteriori sanzioni contro le due compagnie.
Tuttavia, l’avviso di Pechino non specifica l’importo.
A UN ANNO ESATTO DAL PRIMO
Lo scorso febbraio, la Cina ha annunciato sanzioni a Raytheon e Lockheed Martin per un accordo da 100 milioni di dollari per la manutenzione dei sistemi di difesa missilistica di Taiwan da parte delle due società. Si trattava della prima applicazione della nuova normativa cinese nata per contrastare la politiche delle sanzioni occidentali contro Pechino.
In almeno due precedenti occasioni la Cina ha annunciato sanzioni contro Lockheed e Raytheon, nel 2019 e nel 2020, sebbene Pechino non abbia spiegato cosa comportassero tali sanzioni o come fossero applicate.
LE SANZIONI AI CEO DI BOEING E RAYTHEON
Dopodiché, lo scorso ottobre Pechino ha sanzionato gli amministratori delegati dei colossi della difesa statunitensi Raytheon e Boeing Defense per il più grande accordo di vendita armi degli Usa con Taiwan in quasi due anni.
Lo aveva annunciato il 16 ottobre il portavoce del ministero degli Esteri Mao Ning. Tuttavia, non ha specificato quali sarebbero le sanzioni contro Gregory Hayes, presidente e ad di Raytheon Technologies, e Ted Colbert, presidente e ad di Boeing Defence, Space and Security.
Il 3 settembre l’amministrazione Biden ha approvato la vendita a Taiwan di armi per 1,1 miliardi di dollari. Il pacchetto di cessioni approvato, ha annunciato il dipartimento di Stato Usa, comprende 60 missili antinave Agm-84L Harpoon Block II (Boeing) per 355 milioni e 100 missili aria-aria Aim-9X Block II Sidewinder (Raytheon) per 85,6 milioni. Oltre a 655,4 milioni per l’estensione di un contratto per la sorveglianza radar.
LE FORNITURE MILITARI DI LM A TAIWAN
Infine, come ricorda AP, Lockheed Martin ha fornito all’esercito di Taiwan radar, elicotteri e apparecchiature per il controllo del traffico aereo. Svolge un ruolo nello sviluppo dell’isola del proprio jet da combattimento e fregate della marina.
LE CONSEGUENZE DELLE SANZIONI DELLA CINA A LOCKHEED MARTIN E RAYTHEON
Non è chiaro a livello pratico cosa implichi il provvedimento, visto che alle compagnie produttrici di sistemi d’arma, quali sono Lockheed Martin e Raytheon, era già stata imposta una serie di blocchi molto vincolanti nel commercio con la Cina anche da parte di Washington. Nessuna delle due società vende prodotti per la difesa in Cina. Ma gli Stati Uniti sono il principale fornitore di attrezzature militari di Taiwan, senza dimenticare che sono vincolati a fornire armi per la difesa dell’isola da una legge del 1979.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
“È un messaggio per gli Stati Uniti, ma anche per il consumo interno, per dimostrare la dura posizione della Cina”, ha affermato a Bloomberg Dongshu Liu, assistente professore specializzato in politica cinese presso la City University di Hong Kong. “Le conseguenze economiche potrebbero non essere così forti come quelle politiche: quelle aziende non fanno affari in Cina. Potrebbero dover affrontare alcune limitazioni a causa di queste nuove sanzioni, ma comunque è in gran parte politicamente simbolico”.
Infine, questa azione “dimostra che la rappresaglia della Cina rimane molto mirata e contenuta, in risposta alla vendita di armi degli Stati Uniti a Taiwan, per la quale la Cina ha presentato la sua protesta molte volte in passato”, ha affermato Feng Chucheng, un partner con sede a Pechino della società di consulenza Plenum. “La Cina non sta armando le sue sanzioni, il che è coerente con le politiche di lunga data della Cina”.
“Nominare due società già sanzionate nell’elenco per la prima volta dimostra in realtà che il MOFCOM [Ministero del commercio cinese] vuole prendersela con calma e sperimentare come implementare il nuovo elenco di entità inaffidabili”, secondo Andy Chen, analista senior della società di consulenza con sede a Pechino Trivium China.
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