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Perché a Mps piace sempre il rosso

Numeri e tendenze dal bilancio 2022 di Mps. L’articolo di Emanuela Rossi

Archiviato un 2022 in rosso, soprattutto a causa dei 925 milioni spesi per i 4.125 esodi incentivati, Montepaschi si appresta a rimettersi in moto come dimostra anche l’utile del quarto trimestre, sopra le previsioni. “Mps non è più un problema sistemico ma un vero asset di valore per il Paese” ha commentato l’amministratore delegato, Luigi Lovaglio, secondo cui “dopo anni difficili la banca è nella posizione di scegliere e raggiungere il suo porto sicuro”.

PERDITA, RICAVI E RACCOLTA DI MPS

Dunque il 2022 si chiude con una perdita di 205 milioni rispetto all’utile di 310 milioni registrato nel 2021. Come spiega la nota diffusa dalla banca, sui conti gravano i 925 milioni di costi di ristrutturazione legati al piano di esodi incentivati. Senza questi, l’esercizio si sarebbe chiuso con un utile di 720 milioni. A conferma c’è il dato del quarto trimestre con profitti per 156 milioni di euro, oltre il doppio dei 75 milioni ipotizzati dagli analisti.

Montepaschi evidenzia pure che il risultato dell’esercizio sconta 180 milioni di contributi al Fitd e al Fondo di risoluzione unico e nel contempo beneficia di 425 milioni della rivalutazione delle attività fiscali differite (Dta).

Segno più per i ricavi (+3,6% su anno) a quota 3.088 milioni grazie al +26% del margine di interesse, spinto dal rialzo dei tassi, e nonostante il calo delle commissioni (-8%) e il risultato – inferiore rispetto al 2021 – dell’attività di trading e dei proventi da partecipazioni. Nel quarto trimestre la crescita dei ricavi è maggiore, +15,6%, grazie al +31,4% del margine di interesse (+31,4%).

Segno meno, invece, per gli oneri operativi a 2.099 milioni (-2,3%), che consentono al risultato operativo lordo di salire da 874 a 989 milioni (+13,2%), con il contributo del quarto trimestre di 333 milioni, (+60% su trimestre e su anno), e per le perdite su crediti, salite dai 250 milioni del 2021 a 417 milioni del 2022.

In calo anche la raccolta diretta, scesa del 9,2% a 82 miliardi di euro, quella indiretta, -11,5% a 92,4 miliardi di euro, con il -11,6% della componente gestita a 57,7 miliardi e il -11,4% di quella amministrata a 34,7 miliardi.

Durante il 2022 flessione anche per i finanziamenti alla clientela a 76,3 miliardi di euro (-3,9%).

QUALITÀ DEL CREDITO E REQUISITI PATRIMONIALI

In miglioramento la qualità degli attivi, che vanta un calo del 20% a 3,3 miliardi di euro dello stock dei crediti deteriorati grazie alla “cessione di un portafoglio di 0,9 miliardi” e alla “continua gestione proattiva delle posizioni”. Ridotti anche i crediti deteriorati lordi, da 4,9% a 4,2%, e quelli netti, da 2,6% a 2,2%. Buona crescita del principale indicatore di solidità patrimoniale, il Cet 1 ratio fully loaded, del 15,6% rispetto all’11% di fine 2021.

LE RICHIESTE DANNI

Presentando i conti Rocca Salimbeni ha fatto il punto anche sul petitum, cui a gennaio si è aggiunta una richiesta danni per 700 milioni di euro. Il totale, sia in sede giudiziale sia in sede extragiudiziale, sale dunque a circa 4,1 miliardi di euro, a fronte del 4 miliardi di euro al 30 settembre 2022 e ai 3,4 miliardi di fine 2022. Si precisa poi che “due nuove positive sentenze nelle prime settimane del 2023 confermano il positivo trend giurisprudenziale degli anni precedenti” e che “la maggioranza delle richieste extragiudiziali” – pari a 2,2 miliardi di euro – “sono promosse dalla stessa società di consulenza per conto di investitori istituzionali, nella maggior parte dei casi in caratterizzate da mancanza di documentazione, di legittimazione e nesso causale”.

Durante la conference call con gli analisti – riferisce l’Ansa – Lovaglio ha evidenziato come le richieste danni “arrivano puntualmente prima della presentazione dei dati e della preparazione definitiva dei nostri bilanci. Come ho già detto più volte ritengo che la banca abbia affrontato in maniera adeguata questo tipo di richieste e riteniamo che sotto il profilo patrimoniale sia in grado di gestire questo tipo di rischio”. Secondo l’ad “le sentenze positive di gennaio e febbraio non sono significative per l’ammontare ma importanti perché dimostrano che cosa pensano i tribunali di questa storia” e che “la banca si è comportata in maniera corretta”.

LOVAGLIO: DOPO PERIODO OSCURO ORA STRADA SPIANATA PER QUALSIASI OPERAZIONE

Lovaglio ha poi fatto il punto su quanto sta accadendo a Siena. “È trascorso un anno da quando ho avuto l’onore di sedermi in prima fila in questa banca, non pensavo che dopo solo 7 mesi dall’avvio del piano mi sarei trovato qui a presentare risultatati trimestrali con un utile di 156 milioni, un cost income del 60% e un core tier 1 del 15,6%” ha commentato parlando con gli analisti. Per il ceo, riporta l’Ansa, il quarto trimestre del 2022 è stato “un punto di svolta” per Mps e i numeri ottenuti nel 2022 sono “in grado di generare risultati sostenibili nel tempo”.

Per il 2024, ha confermato, si punta a un utile pre tasse di 700 milioni di euro che si potrà avvicinare “già nel 2023”. Di sicuro, ha sottolineato Lovaglio, “la banca è sostanzialmente uscita da questo periodo oscuro e questo dovrebbe spianare la strada a qualsiasi operazione in futuro la banca dovesse intraprendere”.

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