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Orrore gender fluid: le ballerine da uomo – Max Del Papa

Sto salendo a Milano col treno a tenere una conferenza sull’immaginifica Agenda 2030, quella di Klaus Schwab del WEF e della baronessa Ursula ma so già che deluderò l’uditorio per lo più orientato ai complotti, alle dietrologie dei massoni, che ci stanno dal ‘700, dalla Fabian Society, che ha duecento anni, del professor Draghi che dice: noi siamo la finanza e decidiamo, voi le peuple che obbedisce o almeno ci proviamo. Ci proviamo ad apparecchiarvi la tavola di obblighi paranoici e di divieti psicotici.

Ma, ecco dove scontenterò tutti, se questo desco imbandito di veleno poi lo consumiamo, se a tutto ci adeguiamo, la colpa è dei Draghi e dei Britannia e dei fabiani e dei massoni oppure è nostra? E ancora. Perché lo fanno? Perché adesso? E perché in questo modo? Adesso perché la tecnologia autoritaria è matura, in questo modo perché, con Legutko, il processo di ridefinizione del marxismo totalitario prevede le istanze ludiche del gender e del sovrumanesimo consumistico dei figli e delle carni in provetta in vece della vecchia lotta di classe appassita, messa fuori gioco dalla rivoluzione tecnologica, robotica. Ma, soprattutto, lo fanno per il solito eterno motivo: il profitto, la mercificazione del tutto che Marx chiamava reificazione, tanto non lo capivano.

Nella reificazione possono stare gli energumeni di 100 chili che, messi in galera per plurimi stupri, riescono a farsi assegnare nel carcere femminile in base alla autopercezione, così continuano a stuprare, però vestiti da bambine, e ci possono entrare le ballerine da uomo. O da maschio, che è più arduo da sostenere. Poi la comunicazione truffaldina s’incarica di nobilitarle. Le chiama scarpe di genere, definizione priva di senso, decanta i creativi un po’ fuori ssati come l’Alessandro Michele cacciato da Gucci per eccesso di genderismo estetico e responsabile delle più atroci buffonate del gruppo di genere Maneskin, e così via. Tutto nel mercato, niente al di fuori del mercato, nulla contro il mercato. Ma un mercato da smidollati, da moscioni.

“Ora, sull’impulso dell’estetica Balletcore, è il momento delle ballerine“. Balletcore ma senza palle. Recita la comunicazione pubblicitaria che serve ad oliare i consumi più insopportabili e cretini: “Balenciaga, alla sua sfilata primavera-estate 2023 nel sobborgo parigino di Villepinte, ha osato un modello esclusivamente maschile. Sono le ballerine Leopold, prodotte in un atelier in Toscana e proposte in tre varianti di colore, dal nero al blu turchese e al beige. Avranno il coraggio, gli uomini, di abbandonare le scarpe da ginnastica per queste rivoluzionarie calzature?”. Ed è la domanda retorica di chi sa benissimo che gli uomini non maschi il coraggio ce l’hanno, anzi non aspettano altro. Poi se qualcuno non approva, se non capisce, c’è sempre l’obiezione della mamma nonna Ana Obregon che ha fatto fare su ordinazione un bebè dallo sperma del figlio morto: siete antiquati, siete dei senza Dio, apostati del culto della modernità per il quale tutto ciò che si può fare va fatto. Anche a costo di riuscire ridicoli? Soprattutto a questo costo. Anche a prezzo di sembrare patetici nella pretesa faustiana di adottare le bizzarrie delle celebrità?

Certo, è un costo che si mette volentieri in conto. Iggy Pop una ventina d’anni fa fece un brano, V.I.P., in cui si divertiva a mettere in ridicolo i privilegi e le miserie della rockstar che era: posso fare le coglionate più mortificanti, più imbarazzanti e nessuno oserà farmelo notare, però resto ridicolo, resto grottesco. Ma il mercato vuole tutti ridicoli. A caro prezzo, le ballerine da diversamente maschio vengon via sulle 750, 800 euro. Ma vuoi mettere il piacere di epater le bourgeois camminando sulle scarpettine da fighetta che ai piedi di un uomo diventano roba da disperati?

Solo che questo è tempo in cui nessun borghese si scandalizza più e se mai cerca lui di scandalizzare, tempo dove un Luxuria può dire che “anche gli uomini allattano” e lo o la prendono sul serio. Sì, allattano con le ballerine ai piedi. E se ci trovi qualcosa di idiota, di assurdo, ti prendi dell’antico o del sessuofobico. Insomma sei un diverso, uno che non si consacra al consumismo laido e indegno. Ma che farci? Passerà anche questa moda, ma passerà quando il mercato deciderà che si torna alle bocce ferme, le femmine donne e i maschi uomini. Nel frattempo, tutti a prendersi le ballerine e se uno non ha i soldi può sempre rubare o prostituirsi, “che problema c’è” come dice la Ana Obregon, mamma del nipote in laboratorio a 70 anni. Tutta roba che piace alle baronesse europee, agli apprenti sorcier della finanza globale, ma che, in fondo in fondo, non dispiace neanche ai complottisti di mestiere.

Max Del Papa, 7 aprile 2023

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