In vista del suo monologo a Sanremo, se davvero lo farà, a Paola Egonu suggeriamo di comprarsi oggi La Stampa e leggersi da cima a fondo pagina 15. Vi troverà parole sagge, lo diciamo senza dubbio di smentita, pronunciate da Claudia Marthe, creola, scura di pelle, approdata in Italia negli anni 80 e madre di Elodie. Cantante famosa, in gara al Festival, che al pari di Egonu potrebbe imparare molte cose dall’intervista di mammà: “Io vivo in Brianza da sei anni e ci sto benissimo. In Italia puoi dire quello che vuoi, sei libero, hai dei diritti. Hai paura di far crescere un figlio dove non c’è tutto questo, non qui”.

Marthe smonta pezzo per pezzo le uscite un po’ sgangherate della pallavolista italica oggi in forze in Turchia. Soprattutto quando Egonu confessa di non voler mettere al mondo un figlio perché rischierebbe di vivere “lo schifo che ho vissuto io”, peggio mi sento se dovesse essere di pelle mista, preso di mira sia dai bianchi (troppo nero) che dai neri (troppo bianco). Negli anni 80, quando di signore di pelle nera forse ce n’erano meno di adesso, la mamma di Elodie si preoccupava più di  essere rimasta incinta in giovane età che del colore della pelle che avrebbe avuto sua figlia.

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Paura di metterla al mondo in questa Italia? No. Episodi particolari per Elodie? Neppure: “L’ho educata a riconoscere l’ignoranza, ad usare l’autoironia che non significa fare finta di niente, ma smontare le reazioni che non sono accettabili”. Si è mai sentita discriminata nel Belpaese? Macché: “Quando mi sono trasferita era un’altra Italia, non parlavo la lingua, mi vedevo l’unica colorata per strada. Ho messo su un carattere forte, ho avuto i miei giorni tosti. Sono andata avanti e ho pure vissuto anni splendidi in un posto che sento casa”. Siamo un branco di xenofobi? No, ed è ingeneroso fare di tutta l’erba un fascio razzista: “Proprio non potrei definirlo un Paese che discrimina in base alla razza. Ci sono gli idioti, qui e altrove. Sono intollerabili, qui o altrove. E allora? Non facciamo più figli per paura degli stupidi? Tanto ci sarà sempre chi giudica e non solo la provenienza”. C’è chi critica il peso, chi l’altezza, chi le gambe più o meno lunghe: “Non succede solo perché sei nero, bianco o mulatto”. A un certo punto “bisogna acquisire sicurezza”.

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Insomma: i razzisti, o se vogliamo gli ignoranti, ci sono in Italia come a Oxford, negli Stati Uniti come in Turchia. Ma da qui a generalizzare, come è solita fare nei suoi lamentevoli resoconti Egonu, ce ne passa. “Elodie ha vissuto pure lei esperienze negative – dice mamma Marthe – tutti abbiamo sofferto, ma bisogna superare. Vorrei dire a questa bellissima ragazza che deve volersi più bene: è splendida, affermata, è italiana e non ha bisogno di essere riconosciuta come tale, lo è. Non si può piacere a tutti, chi non accetta le differenze tra le persone è una minoranza”. Repetita iuvant: “Una minoranza”. Perché “in Italia puoi dire quello che vuoi, sei libero, hai dei diritti. Hai paura di far crescere un figlio dove non c’è tutto questo, non qui”.

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