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Istat, la maggioranza non ha i numeri: rinviato il voto sulla riconferma di Blangiardo alla presidenza. Il sindacato: “Sarebbe uno sfregio” – Il Fatto Quotidiano

Fumata nera per il rinnovo di Gian Carlo Blangiardo alla guida dell’Istat. Alla Camera come al Senato, la maggioranza non ha trovato il quorum dei due terzi per dare parere positivo al “candidato” che, da pensionato, ha guidato dal 2019 ad oggi l’istituto di statistica a titolo gratuito. Il suo incarico è scaduto a febbraio e ora il centrodestra deve rinnovarlo in fretta e furia, dopo avere cambiato con il decreto Pnrr la norma della legge Madia che consentiva l’assunzione di pensionati nella Pubblica amministrazione solo se impiegati a titolo gratuito. In questo modo il demografo vicino alla Lega, la cui gestione ha ampiamente scontentato i dipendenti dell’ente, potrà ricevere anche un lauto emolumento. La scorsa settimana il cdm riunito a Cutro ha deliberato l’avvio della procedura per la sua conferma, ma ora serve l’ok delle commissioni parlamentari.

Già in mattinata era parso chiaro che la strada di Blangiardo sarebbe stata in salita quando le agenzie hanno iniziato a battere l’accordo di tutte le opposizioni per bocciare la proposta della maggioranza. Un giro di telefonate tra Pd, M5S, Azione, Iv e Avs aveva confermato l’asse. “Noi votiamo contro”, assicuravano dal Terzo polo. “La maggioranza prende tempo – ha commentato Roberto Giachetti di Italia Viva – ma la matematica è spietata. Per il parere servono 20 voti su 30 e noi delle opposizioni siamo in 13. La nomina di Blangiardo è finita, ne cerchino un altro”. Sia il relatore Russo che il capogruppo della Lega Igor Iezzi hanno convenuto, parlando con i giornalisti, che la maggioranza deve “cercare i voti” tra le opposizioni: “Ma gli accordi – ha commentato Iezzi – non li facciamo in commissione ma a livello politico più alto”.

Alla fine l’accordo non deve essere evidentemente arrivato: in commissione Affari Costituzionali di Montecitorio il relatore Paolo Emilio Russo (Fi) ha illustrato il curriculum di Blangiardo e la commissione ha deciso di audire il candidato la prossima settimana, facendo slittare il voto inizialmente previsto già domani. Poi identica scena si è ripetuta a Palazzo Madama. Risultato: il presidente uscente sarà con ogni probabilità sentito dalle commissioni in seduta comune, ma sembra non avere i voti per passare.

Mentre nelle aule del Parlamento si cercava la quadra, il Coordinamento laboratori statistica pubblica (Clasp), uno dei sindacati presenti all’Istat, metteva in scena un flash mob contro la conferma di Blangiardo. “La rinomina del Presidente – si legge in una nota – sarebbe uno sfregio alla statistica pubblica e a chi in questi anni ha continuato – in sempre maggiori difficoltà – a produrla”. Nel comunicato si citano “la vergognosa vicenda della norma ad hoc per farlo rieleggere” e “la più grossa diminuzione dei dipendenti Istat mai avvenuta negli ultimi 30 anni” oltre che “episodi equivoci per l’immagine di indipendenza dell’Istat e la dismissione a vantaggio di una società di diritto privato (la 3-I, si è visto oggi guidata da chi) di una intera Direzione dell’Istat”. “E’ per questo – si conclude – che questi anni hanno visto i dipendenti Istat realizzare il più partecipato sciopero della storia dell’Istat, e gli anni a seguire continueranno comunque a vedere i dipendenti Istat schierati a difesa dell’indipendenza dell’Istituto nell’auspicio che in questi giorni i Parlamentari comprendano che la vera ricchezza dell’Istat è il suo personale e gli consegnino una guida adeguata”.

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