Tra le tante rivelazioni del suo libro Spare, il duca di Sussex svela al lettore anche i segreti dello scrigno reale sfatando anche alcune leggende: lo zaffiro di Diana ora all’anulare di Kate non lo aveva ereditato lui
Il principe Harry nel suo memoir Spare ci parla anche dello scrigno di famiglia. In particolare si concentra sugli anelli, svelandoci i retroscena di storie che abbiamo raccontato mille volte, confermando a volte ciò che già sapevamo ma sfatando anche una leggenda, forse la più ghiotta, riguardante l’anello di fidanzamento appartenuto a Diana, ora infilato all’anulare di Kate.
Tra le tante rivelazioni sconcertanti disseminate nelle oltre 500 pagine di Spare, quella sull’anello di zaffiro più famoso del mondo è forse quella che non ci aspettavamo. Partiamo dall’inizio. Secondo la versione accreditata finora, che dovrebbe essere quella di Paul Burrell, il maggiordomo di Diana, la principessa lasciò tutti i gioielli ai figli affinché un giorno potessero donarli alle loro future mogli. Quando i due ragazzi si trovarono di fronte alla scelta, si dice che William volle per lui l’orologio Cartier Tank Française in oro mentre Harry posò gli occhi sul celebre anello di fidanzamento. Al momento della proposta di William a Kate, Harry in un grande gesto di magnanimità, avrebbe poi rinunciato al cimelio per fare felice il fratello.
«Un’assoluta fesseria». Il principe ribelle liquida così nel suo libro autobiografico l’aneddoto che nessuno aveva messo in discussione fino al 10 gennaio di quest’anno. Diciamolo pure, contrariamente ai suoi interessi. «I giornali pubblicarono articoli sdolcinati sul momento in cui avevo capito che Willy e Kate erano una coppia perfetta» scrive il duca di Sussex «sul momento in cui avevo deciso di donargli l’anello che avevo ereditato da mamma, il leggendario zaffiro, un momento di tenerezza tra fratelli, un momento di vicinanza fra tutti e tre, rubbish, fesserie: non era successo niente di tutto questo». La ragione è semplice: l’anello non era mai stato suo. «Lo aveva già lui» spiega «lo aveva chiesto dopo la morte di mamma ed ero stato ben felice di cederglielo».
Più lineare invece la storia riguardante l’anello di fidanzamento di Harry a Meghan. Nel libro c’è solo qualche dettaglio in più. Il principe rammenta che rubò un anello dal portagioie dell’amata per prendere la misura del dito. Commissionò all’orafo di corte un nuovo anello e, dal momento che era il custode dei gioielli di Diana, gli chiese di togliere due diamanti di uno dei bracciali della madre che Harry amava per aggiungerli al pegno d’amore. A questi, l’innamorato chiese all’orafo di aggiungerne un terzo. Come ci fa sapere lui stesso «un diamante etico proveniente dal Botswana», una terra a loro molto cara.
Harry ci dice anche qualcosa in più sulla pepita di oro gallese da cui i Windsor ricavano le loro anelli nuziali. Ne fa cenno quando descrive il ruolo che aveva al matrimonio del fratello William e di Kate: quello di portare le fedi. Per non commettere nessun tipo di errore, si fece cucire un marsupio dentro la giubba per custodire l’anello.
«Presi la fede dalla tasca e la esposi alla luce. Una striscia sottile d’oro gallese ricavata da una pepita donata alla famiglia reale quasi un secolo prima» rivela «la stessa dalla quale era stato forgiato l’anello nuziale di nonna e della principessa Margaret ma ormai si stava esaurendo, a quanto si diceva». «Quando mi fossi sposato, se mai mi fossi sposato, forse non ne sarebbe rimasto nulla» ricordando il cruccio del 2011.
Ma così non andò. Di oro gallese ce n’era a sufficienza anche per la fede di Meghan sposata a Windsor il 19 maggio 2018. «Ci scambiammo gli anelli, quello di Meg fatto della stessa pepita gallese da cui era stato ricavato quello di Kate. La nonna mi aveva detto che era quasi l’ultimo». Giusto in tempo per fare la storia.
Harry non lo scrive nel libro ma sappiamo che anche l’anello della principessa Eugenie, convolata a nozze con Jack Brooksbank solo qualche mese dopo, viene dalla stessa pepita. Chi si è differenziata dalle altre donne della royal family (madre compresa, Sarah Ferguson, anche la sua fede è in oro gallese) è stata l’altra principessa York, Beatrice. All’anello della nipote di Elisabetta II ci ha pensato suo marito, Edoardo Mapelli Mozzi: una fede particolare dal design unico, in platino e diamanti. I giornali hanno scritto che la sposa ha rotto la tradizione: forse è la traduzione protocollare di «è finita la pepita».
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