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Il “ponte” di Elly Schlein. Ecco la nuova segretaria del Pd che sfida Meloni

Batte Stefano Bonaccini e lancia la sfida alla premier che si congratula. Il Pd ha la prima donna al comando. I protagonisti della serata Il racconto dal comitato

“Ce l’abbiamo fatta”. Alle 23,40 Elly Schlein, nuova segretaria del Pd, esce dalla stanza dove si era chiusa e pronuncia il discorso in cui c’è posto per tutto: lei, i militanti, i dirigenti della mozione, il grazie a Stefano Bonaccini, il ponte tra dentro e fuori il partito, il ponte tra una generazione e l’altra (“mi hanno votato donne di cento anni”), la partecipazione, i giovani, le donne, la dedica a Curzio Maltese scomparso, gli altri amici che non ci sono più, i punti programmatici (salario minimo, e scattano gli applausi), i migranti, la sanità pubblica, la scuola pubblica, i salvataggi in mare, Giorgia Meloni, la comunità dem ancora viva. Un attimo dopo è bagno di folla con i militanti, nell’adiacente teatro, dove c’è chi suona con le pentole tipo cacerolazo e chi urla “Elly, Elly” (Dario Franceschini, grandissimo elettore, nel frattempo ha già urlato al miracolo-rivoluzione). Bonaccini si è congratulato, ma a mezzanotte e venti è la premier Giorgia Meloni in persona intanto a congratularsi (“spero che l’elezione di una giovane donna al Nazareno possa aiutare la sinistra a guardare avanti”).

Ma è prima, alle 23,15, che arriva il dato che traspariva in filigrana dai sorrisi dei dirigenti della mozione Schlein: cinque punti di vantaggio di Elly Schlein su Stefano Bonaccini, 53,80 contro 46, 20. Il conteggio è ancora in corso, ma intanto Francesco Boccia, Nicola Zingaretti, Chiara Braga, Michela De Biase, Marco Furfaro e Peppe Provenzano escono sorridenti dalla stanza dove sono rimasti nascosti. Siamo allo Spazio Diamante, Prenestina, sede del comitato schleiniano poco distante dal Pigneto, una location in stile zona gentrificata come quella dove la deputata aveva lanciato la sua candidatura, al Monk, zona Portonaccio, qualche mese fa.

Il sogno del ribaltone prende forma ancora prima, poco dopo le 20 e 30, nell’attesa che Elly Schlein arrivi. E la gioia preventiva e non trattenuta trapela dalle parole del deputato Alessandro Zan, colui che per Schlein cura la parte dei diritti, vista anche la recente storia del ddl che ha portato il suo nome: “Siamo avanti a Padova, siamo avanti a Venezia, siamo avanti in Lombardia”. Sorride Marco Furfaro, deputato e coordinatore della mozione. Sorridono intanto, fuori e appena oltre la porta dove il comitato Schlein si riunisce mentre affluiscono i dati, l’ex ministro Boccia, che della mozione ha tenuto le redini sui territori, e le deputate e donne-chiave dell’area schleiniana Michela De Biase e Chiara Braga. Sono ore che si ragiona sul possibile sorpasso (“anche se perde, vince”), scherza un sostenitore che arriva sotto la pioggia con la famiglia per sistemarsi nel teatro da dove si segue lo spoglio. Boccia dice che è stato superato il milione di voti, Zan ricorda il punto ribadito più volte da Schlein nelle interviste della vigilia: “Leadership femminile e femminista”. Poco prima delle 21 Schlein, la candidata che dal sorriso che ha stampato in faccia mentre abbraccia i suoi deve aver capito che, come dicono i sostenitori scherzando ma neanche tanto, “si esprime cauto ottimismo”. Il fatto che arrivi l’ex governatore laziale ed ex segretario dem Nicola Zingaretti fa dire agli esegeti di movimenti pd: “Se si muove lui…”. Intanto, da lato opposto del partito, il sindaco di Firenze Dario Nardella, presidente del comitato Bonaccini, dice che “la partita è ancora molto aperta, lo spoglio sarà molto lungo, dovremo aspettare tutta la nottata”. Ma che aria tira al Nazareno?, si domandano gli astanti, mentre i dati dal quartier generale pd fissano l’affluenza a un milione e 300 votanti e mentre nella stanza del comitato entrano Peppe Provenzano, Antonio Misiani e, da Articolo 1, Alfredo D’Attorre.  “Siamo avanti a Bologna e Torino”, dicono voci schleiniane. “Stefano Bonaccini è avanti a Napoli”, sono le voci di rimando della mozione opposta, da Twitter. Ma i politologi di area pd ragionano già sul meccanismo dei grandi elettori. “Se Schlein è così in vantaggio in Lombardia e Lazio potrebbe essere fatta”, dice un osservatore esperto. “E’ come negli Stati Uniti, cerchiamo l’Ohio?”, scherza un sostenitore di Schlein. E insomma i dati tardano ad arrivare, ma Schlein, alle 22, pare in vantaggio su 14 regioni. Arriva l’ex ministro Roberto Speranza, ma è alle 22,10 che la porta della stanza dirigenziale si apre con la notizia che fa volare la speranza non del cognome, ma dei dati, per Schlein e sostenitori: pare che la deputata sia avanti a Napoli e Bologna. L’ex ministro Andrea Orlando: “In Liguria ha vinto Schlein”. E’ da lì in poi è una processione di dati, quasi un rosario: “A Roma nettissima affermazione”, dice Roberto Morassut. “Abbiamo vinto a Palermo e a Firenze”, dicono dal coordinamento mozione. “In Toscana è segretario Emiliano Fossi, della mozione Schlein”, dice Furfaro. “Anche in Sicilia ha vinto Schlein”, dice Provenzano. “In Piemonte ha vinto Schlein”, dice Chiara Gribaudo.

C’è chi ricorda che qualche giorno fa Boccia aveva detto: “Se vinciamo cambia la storia e uniamo la sinistra”. E a un certo punto è la dichiarazione (dal Terzo Polo) della deputata renziana ed ex ministro Maria Elena Boschi a confermare indirettamente quello che i pensieri della vigilia avevano fatto pensare: “Si apre una stagione molto interessante per i riformisti”. Ivan Scalfarotto dice che la sinistra italiana ha trovato “la sua Jeremy Corbin”. E la presidente del gruppo Azione-Italia Viva in Senato Raffaella Paita dice: “Se i risultati delle primarie pd saranno confermati, l’esigenza nel paese di una casa per i riformisti più larga, solida e nettamente alternativa ai populisti renderà ancora più urgente la casa dei riformisti”. Infine parla anche Conte, alludendo al “cambiamento’ espresso dagli elettori pd e chissà se è un anticipo di intesa cordiale o no, mentre il ricontrollo dei dati in su e in giù per lo stivale accende ulteriori entusiasmi tra i militanti pro Schlein: “Trend costante, anche a Milano abbiamo vinto o stravinto”. Manca poco. Arriva la certezza, la festa inizia tra gli spalti.

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l’Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l’hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E’ nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.

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