Dopo l’avvio della esperienza per i futuri battelli subacquei U212 NFS destinati alla nostra Marina Militare, Fincantieri ha presentato il suo nuovo sottomarino in occasione del salone Idex di Abu Dhabi. L’approfondimento di Giovanni Martinelli
Quella presentata da Fincantieri in occasione della recente esibizione nel campo della difesa svoltasi negli Emirati Arabi Uniti (ovvero la IDEX, con la sua specifica appendice dedicata al settore navale e nota come NAVDEX) è stata una novità a suo modo importante; per almeno un paio di ragioni.
In primo luogo perché una nuova proposta è già di per sé un segno di vitalità nonché di attenzione al settore (in forte espansione) a cui si rivolge. In secondo, perché con essa il gruppo cantieristico Italiano dimostra di voler recitare un ruolo di maggior peso proprio laddove (per varie ragioni) non lo aveva ancora fatto.
Se infatti Fincantieri stessa è già oggi un “player” di assoluto rilevo a livello internazionale nel settore delle unità navali di superficie, lo stesso non si può dire per quelle subacquee. Perché, ed ecco finalmente svelato il contenuto della novità, è di questo che si sta parlando; ovvero di un nuovo sottomarino.
E così, dopo l’avvio della esperienza per i futuri battelli subacquei U212 NFS destinati alla nostra Marina Militare, caratterizzati proprio dalla loro forte “impronta” nazionale, ora arriva l’S800. Questo sì un nuovo prodotto, anche se poi esso finisce comunque con il trarre sicuramente buona parte del suo lavoro di definizione e progettazione da precedenti esperienze.
In particolare, dagli attuali U212 (oggi in servizio nella Marina Militare, frutto dell’iniziale rapporto di collaborazione con l’industria Tedesca) così come dagli stessi U212 NFS appena citati, il cui lavoro di sviluppo sta procedendo al punto di poter fornire già dei “feedback” per altre realizzazioni. Ma probabilmente, qualche supporto è giunto anche da un altro progetto dalle caratteristiche particolari e cioè quell’S1000 sviluppato nei primi anni 2000 in collaborazione il Rubin Central Design Bureau; ovvero, uno dei principali centri di progettazione russi per sottomarini.
Evidentemente, era un’altra “epoca”; destinata (di fatto) a concludersi già nel 2014 per effetto della primi crisi in Ucraina, segnata dalla occupazione Russa della Crimea. Quel modello di sottomarino ormai “defunto” figura però ancora oggi nel “catalogo” di Fincantieri e alcune sue caratteristiche concettuali appaiono essere state mutuate in qualche modo in questo nuovo S800.
In particolare le dimensioni relativamente ridotte, che nel caso poi di questa nuova proposta risultano ancora più contenute; dando vita dunque a un piattaforma dalle qualità particolari. In pratica, un sottomarino “leggero” che in virtù di questo elemento (ovvero, dimensioni per l’appunto contenute e quindi minori complessità e costi ma anche specifiche caratteristiche operative) amplia la gamma di potenziali soggetti interessati.
Perché un simile battello può essere attrattivo per quelle Marine di dimensioni (e disponibilità finanziarie) modeste ma con la volontà/necessità di possedere comunque una propria componente subacquea. Così come può essere interessante anche per Marine più “importanti”, già dotate di sottomarini di dimensioni maggiori ma a loro volta alle prese con requisiti operativi particolari. L’S800 è infatti la classica piattaforma pensata per operare in acque costiere o poco profonde e per l’eventuale supporto a operazioni con Forze Speciali.
Non a caso, tra i primi potenziali clienti identificati ci sono proprio Paesi del Golfo Persico e il Pakistan, che ha una sua tradizione nell’impiego di piattaforme con simili caratteristiche. Sennonché, stante la vera propria “corsa al sottomarino” che si sta registrando pressoché in ogni regione del mondo, è evidente che alla fine le possibilità in termini di potenziale export si ampliano ancora di più.
Venendo alle caratteristiche tecniche, già la configurazione generale (e in particolare quella degli organi di governo e controllo della piattaforma) tradisce chiaramente la volontà di conferire all’S800 una elevata manovrabilità in fondali bassi. Per quanto riguarda poi le dimensioni, questo battello presenta una lunghezza di 51 metri e una larghezza massima di 4,8; il dislocamento è pari a 750 tonnellate in superficie, che diventano 850 in immersione. La profondità operativa è fissata in 250 metri.
Significativa anche la configurazione dell’apparato propulsivo; con un classico schema diesel-elettrico costituto da un generatore diesel che alimenta 2 pacchi di batterie (probabilmente del tipo più avanzato agli Ioni di Litio), a loro volta azionanti un motore elettrico di propulsione. In questo schema si inserisce poi un sistema AIP (Air Indipendent Propulsion), con 2 moduli di celle a combustibile che possono sostituire le batterie nell’alimentazione del motore elettrico; un aspetto che non solo garantisce un sostanziale aumento dell’autonomia ma anche una maggiore “discrezione” in termini di silenziosità del battello (aspetto particolarmente utile proprio nel supporto a operazioni delle Forze Speciali; ma non solo).
Ne risulta un quadro in termini di prestazioni interessante, con una velocità massima in immersione superiore a 15 nodi ma, soprattutto, con una autonomia massima di oltre 4.000 miglia (che scendono a circa 700 comunque, operando continuativamente in immersione alla velocità di circa 4 nodi). L’autonomia operativa in condizioni normali è di 7 giorni ma può essere estesa fino a un massimo di 30.
A livello di piattaforma, si registra un elevato livello di automazione, tale da consentire a un equipaggio di soli 18 uomini di gestire/operare il sottomarino; è inoltre previsto spazio aggiuntivo per imbarcare anche un team di 8 uomini delle Forze Speciali. Lo stesso sistema di combattimento presenta poi una configurazione molto avanzata; con una dotazione completa di sensori (ovviamente, soprattutto in quanto a sonar ma anche di periscopi e radar) e apparati di varia natura (in particolare, per la guerra elettronica); così come in termini di armamento. Sull’S800 sono infatti presenti 5 tubi lanciasiluri per altrettanti ordigni pesanti (molto probabilmente, i Black Shark Advanced di Leonardo); in riserva ci sono altri 4 siluri, più un altro imbarcabile in condizioni particolari. È possibile che da questi tubi possono anche essere lanciati missili antinave/”land attack”.
Un ultimo elemento, peraltro particolarmente interessante, è rappresentato dalla anticipazione fornita da Fincantieri stessa circa la possibilità di costruire questo nuovo sottomarino in appena un anno. Una stima che, a dire il vero, appare ottimistica dato che i battelli subacquei sono (per antonomasia) tra le costruzioni più complesse in ambito navale; ma che, al tempo stesso, potrebbe essere indicativa del fatto che si ritiene comunque possibile comprimere i tempi di realizzazione dell’S800.
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