Nel discorso di ieri sullo stato dell’Unione, Biden ha parlato a un Congresso diviso, richiamandolo all’unità, e a una popolazione preoccupata per l’economia. Il presidente ha realizzato le promesse fatte?
Nel suo primo discorso sullo stato dell’Unione da quando il Partito repubblicano ha assunto il controllo della Camera, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto all’opposizione di lavorare assieme a lui per “finire il lavoro” di rinvigorimento dell’economia e della democrazia americana. Ma i repubblicani, al contrario, vogliono forzarlo a cambiare rotta, scrive il New York Times. E d’altra parte lo stesso Biden, nonostante l’invito alla collaborazione, non ha fatto concessioni agli avversari: al contrario, gli ha chiesto di abbracciare il suo programma, che prevede più tasse ai cittadini facoltosi e più aiuti sociali a quelli in situazioni di vulnerabilità.
Quando erano i democratici a detenere la maggioranza della Camera, i due partiti hanno effettivamente lavorato insieme all’approvazione di alcune leggi. “Non c’è motivo”, ha detto allora il presidente, “per cui non possiamo lavorare insieme e trovare un consenso su cose importanti anche in questo Congresso”, nato dalle elezioni di metà mandato di novembre 2022. Ad esempio, raggiungere in breve tempo un’intesa per l’aumento del tetto del debito, in modo da evitare il default.
– Leggi anche: Gli Stati Uniti hanno raggiunto il tetto del debito: ecco cosa rischiano
BIDEN PREPARA IL TERRENO PER LA RIELEZIONE?
Il discorso sullo stato dell’Unione è sembrato a molti osservatori un’anticipazione della campagna per la rielezione alla presidenza, che Biden potrebbe annunciare formalmente in primavera. La sua età – ha 80 anni – è però motivo di preoccupazione per il Partito democratico, che preferirebbero un candidato diverso anche perché Biden tende a commettere qualche errore di confusione nei suoi discorsi: ieri, per esempio, ha definito Chuck Schumer, senatore del Partito democratico, leader della minoranza anziché della maggioranza al Senato. Dopo una partenza un po’ incerta, tuttavia, il New York Times ha scritto che quello di ieri è stato un discorso vigoroso e animato dagli scambi di attacchi e battute con i repubblicani.
CONTENUTI (POCHI) E SLOGAN (TANTI) DEL DISCORSO SULLO STATO DELL’UNIONE
Sul piano contenutistico, però, il discorso sullo stato dell’Unione non ha indicato nuove politiche: Biden ha ripetuto l’invito all’unità tra i partiti (estremamente difficile, nella pratica) e si è rivolto agli americani che si sentono lasciati indietro dal progresso economico-sociale (“Sono dalla vostra parte”) con qualche idea dal sapore populista, come ridurre le commissioni bancarie. Ha criticato le compagnie petrolifere per gli straordinari profitti registrati, e le grandi aziende per approfittarsi dei consumatori.
In un’ottica di rielezione, ha cercato di convincere gli americani di aver lavorato bene per risanare la nazione dopo la crisi del coronavirus e l’assalto al Campidoglio. E ha offerto una visione ottimistica sul futuro, insistendo in particolare sul calo dell’inflazione e sulla crescita dei posti di lavoro.
Essendo il suo un messaggio rivolto all’opinione pubblica interna, non ha praticamente parlato di politica estera.
JOE BIDEN HA MANTENUTO LE PROMESSE?
POLITICO ha esaminato le promesse fatte da Joe Biden, per valutare se siano state rispettate o meno.
Sull’inflazione, per esempio, ha detto che l’impegno preso è “in corso”: dal picco del 9,1 per cento raggiunto lo scorso giugno, è scesa al 6,5 ma è ancora lontana dall’obiettivo del 2 per cento.
Sulle infrastrutture, Biden ha ottenuto un “successo”: a circa un anno dall’entrata in vigore della Bipartisan Infrastructure Law, tutti gli stati americani più Porto Rico hanno presentato i loro piani per la rete di ricarica per i veicoli elettrici; il governo federale ha inoltre avviato 2800 opere di riparazione dei ponti sul territorio nazionale e un progetto per la sostituzione di tutti i tubi di piombo.
Sul contrasto delle discriminazioni salariali e sul credito fiscale per i genitori con figli, invece, Biden ha “fallito”: nessuna delle due misure ha fatto progressi al Congresso. E ha fallito anche nella gestione dell’immigrazione, un tema molto sentito dagli elettori repubblicani: non ci sono stati avanzamenti sulla riforma dell’immigrazione, né sembrano esserci i presupposti per un accordo bipartisan.
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWSLETTER
Iscriviti alla nostra mailing list per ricevere la nostra newsletter
Iscrizione avvenuta con successo, ti dovrebbe arrivare una email con la quale devi confermare la tua iscrizione. Grazie da EnergiaOltre!
Errore
Rispettiamo la tua privacy, non ti invieremo SPAM e non passiamo la tua email a Terzi