La deputata ravennate Ouidad Bakkali è intervenuta oggi, 2 febbraio, alla Camera dei Deputati durante la discussione generale sulla Conversione in legge del DL 2 gennaio 2023, n.1, recante disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori.
Nel suo intervento, che si potrebbe intitolare “La manomissione delle parole”, la deputata sottolinea come “questo decreto saccheggia e decompone la lingua, manipola le norme, omette quelle di rango superiore”.
L’intervento integrale:
Signor Presidente, On. colleghe, On. colleghe, membri del governo, Presidente, on colleghe e colleghi: questo decreto lo abbiamo chiamato in più modi, decreto ong, lo abbiamo chiamato forse più propriamente decreto naufragi, lo voglio chiamare questa mattina: decreto della manomissione delle parole.
In questo decreto legge le parole assumono significati nuovi e se ne logora il senso.
E proprio nel suo libro, la nuova manomissione delle parole, Gianrico Carofiglio ci ricorda che George Steiner ha osservato che le ideologie non producono lingue creative, e solo di rado elaborano nuovi termini: molto più spesso “saccheggiano e decompongono la lingua della comunità”, manipolandola e usandola come un’arma.
Questo decreto saccheggia e decompone la lingua, manipola le norme, omette quelle di rango superiore.
Perché non essendoci strumenti concreti ed espliciti, non corrispondendo gli obiettivi annunciati da questo Governo con il contenuto di questo decreto, (che suonano cinicamente ironici se si rileggono dopo aver esaminato il provvedimento), i soggetti e le autorità preposte all’applicazione di questo decreto, delle sue misure sanzionatorie e delle sue restrizioni saranno impegnate in un lavoro confuso e dispersivo di interpretazione e traduzione e studio della gerarchia delle fonti.
*E uno dei primi casi studio di applicazione di questo DL è e sarà certamente l’arrivo della Geo Barents il 28 gennaio scorso a La Spezia – 237 persone salvate in 3 differenti operazioni, effettuato in ossequio alle norme internazionali sul soccorso in mare. Al terzo salvataggio sono state soccorse una bambina di 11 mesi e la madre diciassettenne; 8 ore di colloquio tra il comandante, il capomissione e le forze dell’ordine e il via libera alla GB di riprendere il mare il 31 gennaio, per ora senza alcuna sanzione o fermo amministrativo. Ci si prende il tempo previsto dal decreto, 3 mesi.
Questo decreto, Signor Presidente, è inapplicabile, vessatorio e discriminatorio.
E su questo vi sta richiamando in queste ore anche il Consiglio d’Europa. E voglio ricordare brevemente gli obiettivi annunciati dal governo e dai relatori del provvedimento:
-assicurare l’incolumità delle persone recuperate in mare
-ordine e sicurezza pubblica.
Si assicura quindi l’incolumità delle persone in mare, non salvandole e quando salvate, prolungando la loro condizione di sofferenza e fragilità e infliggendo sofferenze aggiuntive a persone e minori in situazione di vulnerabilità, allungando senza criterio alcuno i trasferimenti verso i porti di sbarco.
*E anche qui la vicenda di La Spezia ci porta fatti reali da opporre a questa propaganda cinica: dopo quasi 4 giorni di navigazione aggiuntiva per le persone salvate dalla Geo Barents, i minori sbarcati a La Spezia vengono assegnati a una struttura di Foggia – il Ministro vuole alleggerire le strutture di accoglienza del Sud, quindi li fa sbarcare al
Nord e poi li rimanda a Sud in pullman. Cosa sta facendo esattamente questo Governo? Non riusciamo a comprendere francamente.
Si vogliono garantire ordine e sicurezza pubblica, come? Inviando senza criterio alcuno le Navi umanitarie in porti di sbarco a giorni di navigazione, incuranti delle condizioni climatiche e delle condizioni di chi sta a bordo
e in particolare quelle persone, quei minori in viaggio da mesi.
E sia chiaro lo dico da deputata che viene da una delle città estratte a sorte come porto di sbarco. Ravenna. Città che ha dato asilo e accoglienza a un illustre rifugiato politico, Dante Alighieri. 113 persone sbarcate iL 31 dicembre, un’intera comunità mobilitata, accoglienza umana e dignitosa, il primario della pediatria ad attendere i più piccoli.
Per questa città come per molte delle città nelle quali stanno giungendo le navi, l’accoglienza è un tratto identitario e culturale, l’accoglienza è cifra non negoziabile. Ma la richiesta dei territori è chiara: capire quali siano i criteri delle assegnazioni, se vi sarà una sede di concertazione sul piano complessivo di gestione degli sbarchi in città che non hanno hub di prima accoglienza, ma che spesso sono Comuni che hanno virtuosamente costruito e gestito il sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e che oggi sul sistema Sistema accoglienza e integrazione vi chiedono più
risorse e migliore programmazione.
Le città vogliono conoscere quali siano i criteri che orientano l’assegnazione del porto di sbarco per rendere minimamente programmabili e gestibili in ordinarietà gli interventi di competenza dei Comuni, specie in presenza di minori non accompagnati. E quel fondo, approvato in Commissione, l’unico degli oltre 200 emendamenti che
abbiamo depositato che prevede l’assegnazione ai Comuni portuali, una parte dei proventi delle sanzioni è un’ulteriore ammissione che i territori non hanno mezzi e risorse sufficienti per affrontare la vostra disorganizzazione. I Comuni sono oggi impoveriti da questa crisi e dalla vostra Legge di Bilancio che li ha completamente ignorati.
E dopo gli obiettivi il titolo del provvedimento, titolo che nulla ha a che fare con il contenuto: Disposizioni urgenti per la gestione dei flussi migratori: l’unico modo in cui questo provvedimento interviene sul flusso migratorio è facendo
morire più persone con un calcolo ben chiaro e che le audizioni hanno confermato e quantificato.
Il 75% delle persone, tra quelle salvate in media dalle navi ONG, rischia di non trovare più un aiuto a causa dei meccanismi introdotti da questo DL per ostacolare i salvataggi multipli, che oggi le navi delle organizzazioni umanitarie effettuano, per dovere, per missione, per compensare all’assenza delle Istituzioni Europee nel
Mediterraneo centrale.
Nel 2022 i dati del Ministero dell’Interno sono chiari, si sono registrati oltre 100.000 sbarchi, di questi i salvataggi effettuati dalle navi umanitarie non governative sono stati circa 14.000, il 14%. Ostacolare le navi umanitarie, rallentarne le attività con gli espedienti sottintesi in questa norma che sanziona chi effettua salvataggi multipli
potenzialmente si traduce in 10.400 morti. 10.400 vite umane che con questo decreto si decide con consapevolezza di non salvare! Non sono disposizioni urgenti, perchè se vi è qualcosa di sistematico, di strutturale e continuativo è proprio il flusso di migranti e questo non si muove in ragione di nessun pull factor, signor Presidente.
Le condizioni metereologiche sono l’unico elemento che gli studi rilevano come incidente sulle partenze.
Nessun pull factor quindi, nessuno studio di frontex a suffragare questa credenza e le tante fake news alla base della strategia di criminalizzazione delle navi umanitarie. L’unico studio che esiste e che smentisce con evidenze e dati le vostre teorie è quello pubblicato dal European University Institute, condotto da Eugenio Cusumano e Matteo Villa: nel 2021 la media di migranti partiti ogni giorno è di 125 con le ong presenti in area Sar e di 135 senza ong.
Esistono solo push factor, signor Presidente, ovvero le ragioni che spingono a partire e lasciare la propria terra, la propria lingua, solo push factor portano intere famiglie con bambini ad affrontare questi viaggi, esistono solo push factor quando si sopravvive a quanto si subisce nelle carceri libiche.
E sono le povertà, le violenze e i conflitti, le persecuzioni, gli sconvolgimenti ambientali.
E poi si entra nel cuore di questo decreto composto da soli tre articoli, ma che concentra tutta la sua forza discriminatorio nel capoverso 2bis dell’articolo 1, comma 1 e nelle 6 lettere che magistralmente compiono quell’opera di saccheggio dei significati comuni di tante parole e del diritto.
La lettera b prescrive al comandante, (oppure no a detta del sottosegretario Molteni in commissione, ancora non ci è chiaro) una tempestiva informativa da rendere alle persone soccorse e alla raccolta dei dati rilevanti.
Cosa sono i dati rilevanti?
In Commissione non abbiamo ricevuto alcuna risposta e temo non la riceveranno nemmeno i comandanti che rischiano la sanzione. Quali figure professionali tra quelle a bordo sono le più indicate?
Qual i dati da raccogliere? Perché costringere le persone a bordo, spesso in condizioni psicofisiche estreme ad affrontare questo ulteriore passaggio burocratico prima di ricevere assistenza sanitaria, accoglienza, riposo, tregua
Il comandante, come ci diceva Amnesty international in audizione, dovrebbe concentrarsi sul trasferimento delle persone soccorse in un luogo sicuro il prima possibile, come indicato dalle Linee Guida dell’IMO: “Qualunque operazione di screening o valutazione dello status delle persone soccorse, che vada oltre quanto necessario per offrire assistenza a persone in pericolo, non dovrebbe mai ostacolare l’assistenza o ritardare inutilmente lo sbarco delle persone dalle navi di soccorso”
I capoversi c) e d) operano anch’essi una manipolazione, questa volta è sulla dimensione del tempo e sulla sua misura.
Nell’immediatezza dell’evento va richiesto il porto di sbarco. Immediatamente! Per poi vedersi assegnato un porto a giorni di navigazione dal luogo di recupero delle persone in pericolo.
Ma ancora più odioso è il termine della lettera d) del capoverso 2bis, quel senza ritardo- che la sola traduzione in parole dirette rende chiara: “senza attardarvi nel recupero di altre vite umane” – salvare vite umane per voi è un ritardo, un’attività nella quale si perde tempo prezioso. Tempo sottratto rischiando di arrivare tardi al
vostro appuntamento: il porto più lontano.
Lontano da dove? Dalle aree del Mediterraneo centrale nelle quali operano e suppliscono alla mancanza di una missione Istituzionale europea come quella che fu Mare Nostrum.
“Si istituzionalizza l’omissione di soccorso”, questo hanno scongiurato le ong audite in Commissione, questo ripetiamo in quest’aula oggi.
L’Italia, la Nazione che si esalta con la retorica patriottica, ma che poi umiliate mostrando un volto che non è proprio della grande cultura italiana, della storia di un Paese immerso nel mare Nostrum o Mar Bianco di Mezzo come viene chiamato nella lingua araba della sponda sud del mediterraneo, un’Italia capace di mostrare il volto umano e solidale delle Istituzioni repubblicane e la grandezza di uno Stato che non specula politicamente sulla pelle delle persone, che non approva un decreto che scentemente ha l’unico effetto di far morire più persone.
Un grande Stato che cerchi alleanze e soluzioni in Europa sul tema delle migrazioni e dell’asilo, che agevoli percorsi migratori regolari che davvero contrastino la tratta di esseri umani e la speculazioni di scafisti, perchè vi do una notizia: il contrasto al business degli scafisti e questo decreto non collimano.
Quando gli scafisti vengono pagati che queste persone arrivino sulle coste europee a loro non interessa più nulla, le persone che perdono la vita hanno già saldato il debito con gli scafisti. Un grande Stato impone alla Libia regole chiare sui diritti umani prima di qualsiasi accordo o cessione di nuove motovedette, un grande Stato
promuove politiche di co-sviluppo.
Vede Presidente, Primo Levi in “se questo è un uomo” parla a un certo punto, di SOMMERSI E SALVATI per descrivere i livelli di disumanità che abbiamo toccato in uno dei periodi più bui della storia dell’essere umano e queste parole, queste categorie che suonano drammatiche, i sommersi e i salvati, oggi risuonano urgenti per risvegliare le coscienze dormienti, ridare volto a chi viene continuamente disumanizzato e vive condizione di oppressione e privazione della dignità.
Primo Levi- scrive:
“i sommersi, (..); loro, la massa anonima, continuamente rinnovata e sempre
identica, dei non-uomini che marciano e faticano in silenzio, spenta in loro la
scintilla divina, già troppo vuoti per soffrire veramente.
(…)Essi popolano la mia memoria della loro presenza senza volto, e se potessi
racchiudere in una immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei questa
immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle spalle
curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero”
Ecco, voi con questo decreto li volete tutti sommersi gli uomini e le donne che attraversano il Mediterraneo, i bambini e le bambine lasciati senza salvezza.
Questo vostro decreto non assicura l’incolumità delle persone salvate in mare, non agisce sui flussi, non impoverisce la speculazioni dei trafficanti o degli scafisti, ma al contrario rallenta i soccorsi, riduce la presenza in mare del soggetto che aiuta guardia costiera e guardia di finanza integrando il loro lavoro di ricerca e soccorso in mare,
mette in difficoltà i territori e i comuni italiani.
“se potessi racchiudere in un’immagine tutto il male del nostro tempo, sceglierei
questa immagine, che mi è familiare: un uomo scarno, dalla fronte china e dalle
spalle curve, sul cui volto e nei cui occhi non si possa leggere traccia di pensiero.”
SE POTESSI RACCHIUDERE IN UN’IMMAGINE IL MALE DEL NOSTRO TEMPO SCEGLIEREI QUESTO DECRETO