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Dal Canada alla Cina: mistero sugli “ufo” abbattuti – Matteo Milanesi

Sono ormai quattro gli episodi di oggetti non identificati segnalati sui cieli di Canada e Stati Uniti. Dopo l’abbattimento del pallone-spia cinese in South Carolina, che sarebbe partito da una base militare del Dragone situata nella regione della Mongolia cinese, 48 ore fa è ancora l’amministrazione dem americana ha optare per la distruzione di un secondo ufo – di dimensioni più piccole – ma che volava nei cieli dell’Alaska. La versione ufficiale della Casa Bianca sarebbe quella di un pericolo per le linee degli aerei commerciali; nonostante tutto, il stretto legame temporale tra i due episodi ha portato molti analisti a ritenere che ci possa essere dietro ancora la mano di Pechino.

Ebbene, sempre sabato scorso, si conta l’abbattimento di un terzo oggetto nei cieli del Canada, mentre ieri l’Air Force americana ha abbattuto un quarto ufo sul Lake Huron, in Michigan. Un vero e proprio giallo, che ha portato il Segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ad annullare la sua visita a Pechino, programmata durante lo scorso G20 di Bali, proprio per cercare di sanare le forti tensioni tra le due potenze. Eppure, la responsabile della Difesa di Ottawa cerca di stemperare gli animi, scacciando le responsabilità cinesi parlando di “oggetto cilindrico, forse simile a quelli usati per la
sorveglianza satellitare da aziende private, tipo Maxar”.

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Eppure, nonostante le fortissime tensioni diplomatiche di queste ultime ore, né gli Stati Uniti né la Cina – almeno in questo momento – vogliono che la Guerra Fredda, per ora solo tecnologica ed economica, si trasformi e sfoci in un vero e proprio conflitto. Dal lato di Washington, il sostegno incessante all’Ucraina sta causando importanti penurie, soprattutto in termini di munizioni, con il rischio che i deficit possano diventare sempre più preoccupanti col prolungarsi dell’invasione russa. Dall’altra parte, invece, Pechino è entrata ufficialmente in un periodo di stagflazione, causa le rigidissime chiusure anti-Covid, che hanno portato una larga fetta della popolazione a scendere in strada ed affrontare, anche violentemente, le forze dell’ordine del regime comunista. Per di più, non si può trascurare neanche la questione Taiwan. Xi ha annunciato ormai da tempo che l’invasione ci sarà, e questo entro il 2049 (centenario dalla nascita della Repubblica Popolare Cinese). Eppure, molti analisti, accanto a questo anno simbolico, ne affiancano altri due, decisamente più reali: 2029 o addirittura 2027.

Nel frattempo, in queste ultime ore, anche Pechino ha denunciato la presenza di un oggetto non identificato sopra i cieli del Mar Giallo, vicino alla costa della città di Rizhao, nella provincia di Shandong. Come riportato dal Global Times: “Le autorità marittime si stanno preparando ad abbatterlo, ricordando ai pescatori di stare al sicuro tramite messaggi”. Difficile stabilire se si tratti effettivamente di un ufo, o se sia una “mossa” del regime comunista per mantenere alte le tensioni. Per ora, non sono stati pubblicati né video né immagini.

Matteo Milanesi, 13 febbraio 2023

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