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Come influiscono Russia, Cina e attacchi hacker nella sicurezza dell'Italia. Il rapporto dell'intelligence

Nell’ultima relazione annuale un quadro dell’operato degli apparati informativi. Da Putin, a Xi Jinping, dal jihadismo all’ultradestra, fino all’anarco-insurrezionalismo: ecco le aree e i fenomeni causa di instabilità per il paese

Il comparto dell’intelligence italiana ha pubblicato la Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza del 2022. Dentro le circa cento pagine della relazione si ritrovano tutti i maggiori temi che incidono ogni giorno sull’operato degli apparati informativi e quindi sulla sicurezza concreta dell’Italia. Nel 2022, l’invasione russa dell’Ucraina ha avuto un impatto profondo non solo per il nostro paese, ma anche per la nozione stessa di “ordine mondiale”, messa in forte e continua discussione. 

Tra le sfaccettature che compongono i fattori di instabilità globale, secondo l’intelligence, ci sono l’immigrazione irregolare, l’insicurezza alimentare, gli sviluppi nelle zone più instabili della terra (come quella dell’area del medio oriente e nord Africa, del Sahel, del Corno d’Africa e dell’Africa centrale e australe) e anche il processo che sta regionalizzando il terrorismo di matrice jihadista. A livello nazionale, invece, il rapporto indaga vari aspetti: dalla sicurezza economico-finanziaria a quella cibernetica, e ancora il terrorismo jihadista e l’eversione o l’estremismo

Aggressione russa dell’Ucraina

Per quel che riguarda l’invasione russa dell’Ucraina, le attenzioni strategiche italiane si sono concentrate su quei fattori che potrebbero condizionare le traiettorie del conflitto. Come punti principali ci sono le condizioni per una possibile pace giusta e credibile, le implicazioni per la sicurezza europea e il futuro dei territori ucraini occupati dalla Russia di Vladimir Putin. Sarà quindi necessario comprendere le condizioni utili a far terminare i bombardamenti russi contro le infrastrutture e la popolazione civile; ma anche monitorare come, quando e fino a dove proseguirà la controffensiva ucraina, e, non ultimo, tener conto della sostebilità dello sforzo militare per entrambe le parti.

Ad avere maggior impatto concreto sull’Italia, comunque, sono stati i nove pacchetti di sanzioni economiche occidentali alla Russia. Per il nostro stato le implicazioni inevitabili riguardano la perdita dell’interscambio commerciale (le esportazioni italiane in Russia valevano 7,7 miliardi; mentre tra le importazioni si possono citare combustibili fossili, ma anche prodotti in ferro, argilla, alluminio e altre materie prime, che hanno subito forti rincari).

Cina

I fattori chiave che riguardano Pechino sono i suoi rapporti con Mosca e la sua competizione con gli Stati Uniti. Nel 2022 i rapporti tra la Cina e la Russia hanno rivelato sin da subito una grande affinità d’intenti tra le due nazioni. “L’amicizia tra i due stati non ha limiti e non vi sono aree proibite di cooperazione”, hanno proclamato Xi Jinping e Vladimir Putin al termine del summit di Pechino del 4 febbraio 2022. Quest’unità di obiettivi è però posta in ottica oppositiva rispetto al possibile allargamento della Nato e né Cina né Russia sembrano aver intenzione di sostenersi reciprocamente a livello militare.

E nonostante l’enorme sproporzione economica tra Pechino e Mosca, su cui si fondano gli ostacoli della loro alleanza, la Cina di Xi Jinping sembra ancora lontana dal raggiungere gli Stati Uniti. Infatti, il sorpasso della Cina non appare scontato: la crescita di quest’ultima è in rallentamento costante, mentre gli Stati Uniti continuano a crescere. Senza contare che Pechino è molto riluttante a liberalizzare i suoi flussi di capitali. La Cina fa poi spesso affidamento sulla tecnologia importata e anche la situazione a livello demografico è favorevole – perché è dimostrato che nei prossimi anni la popolazione continuerà ad aumentare – per Washington.

Per quel che concerne invece la dimensione regionale del Dragone, Pechino manifesta da tempo l’intenzione di riunificarsi con Taiwan.

Attacchi hacker

La minacia cibernetica ha colpito nell’ultimo anno soggetti pubblici e privati. E gli autori degli attacchi sono sia stati che organizzazioni criminali o di “hacktivisti”. Le tecniche di attacco sono state diverse: software e script malevoli, utili a spionaggio, ritorno economico e discredito dei bersagli colpiti. L’aumento più significativo degli attacchi hacker è stato ai danni di privati con l’impiego sempre più massiccio di malware, tra cui anche ransomware. Inoltre, l’invasione russa dell’Ucraina ha creato nuove tipologie di attacco. Si parla perciò di effetti collaterali di altre azioni destinate ad abbattersi principalmente sull’Ucraina.

Mentre, per quel che riguarda l’Italia gli attacchi più frequenti hanno colpito la filiera energetica, dei trasporti e dei servizi governativi. Lo scopo dei cyberattacchi continua a essere penetrare all’interno di soggetti strategiche, come le istituzioni della repubblica. Ma, con la guerra tra Russia e Ucraina, i nuclei di “hacktivisti” hanno cominciato a coagularsi e indirizzarsi insieme verso azioni filorusse.  

Terrorismo jihadista

Resta poi l’allerta sul terrorismo jihadista, anche se nel 2022, al Qaida e Stato islamico hanno subito entrambi l’eliminazione dei propri vertici. L’anno appena passato, dice il report, ha visto i due gruppi islamisti “delegare responsabilità sempre maggiori alle rispettive filiali periferiche, potenziandone la capacità di proiezione operativa su scala locale, senza tuttavia abdicare alla vocazione originaria del jihad globale. […] Si è assistito a un marcato attivismo jihadista in numerosi quadranti, specie in Medio Oriente, Afghanistan e, in misura sempre crescente, in Africa subsahariana, che si configura ormai come il nuovo vero epicentro”.

Eversione ed estremismo (ultradestra e anarco-insurrezionalismo)

Rispetto alle aree di eversione sul territorio nazionale, il rapporto dell’intelligence si è focalizzato sull’anarco-insurrezionalismo. Secondo le forze di sicurezza, quella anarchica è la minaccia più concreta, caratterizzata da componenti militanti determinate a promuovere la lotta attraverso l’azione diretta e distruttiva.   

L’attenzione si è sollevata soprattutto dopo il caso del detenuto anarchico Alfredo Cospito, che sottoposto al regime di 41-bis ha iniziato uno sciopero della fame, ancora in corso. A partire da questa vicenda sono aumentati i presidi vicino alle carceri o a palazzi giudiziari e i cortei in sostegno dell’anarchico, animati da sigle italiane o estere che si rifanno al nucleo sovversivo Fai-Fri (Federazione anarchico informale e Fronte rivoluzionario internazionale). Secondo l’intelligence, la “solidarietà rivoluzionaria” ha fatto da amplificatore della rete terrorista anarchica. 

Presente nel rapporto anche l’estrema destra, che si impegnata a tracciare nel territorio strategie future per rilanciare la sua presenza a livello nazionale. Da parte dell’ultradestra è arrivato il maggior sostegno all’intervento militare russo in Ucraina. Inoltre, si conferma il pericolo per la crescita dell’attivismo online per convincere le persone ad aderire alle reti internazionali del suprematismo, caratterizzato dall’impronta razzista e dal rancore sociale. Questo attivismo vuole incitare una risposta violenta contro quello che viene definito da questi stessi gruppi, “il sistema”. 

Crimine organizzato

A fronte di una significativa difficoltà, da parte delle mafie tradizionali, nella realizzazione di strategie criminali di ampio respiro, ascrivibile perlopiù alla pressante azione di contrasto, le evidenze d’intelligence mostrano come la minaccia affaristico-criminale, riferibile all’operato di un’ampia e articolata sfera di soggetti appartenenti alla cosiddetta “zona grigia” (esponenti criminali, imprenditori collusi, funzionari pubblici infedeli, professionisti facilitatori), risulti in grado di porre in essere considerevoli ingerenze nel tessuto economico sano, nel tentativo di acquisire o mantenere indebite posizioni di vantaggio competitivo e intercettare cospicue risorse finanziarie pubbliche. La vulnerabilità, dice il documento, dipende molto dall’attuale contesto socio-economico nazionale, contrassegnato dagli effetti delle concomitanti crisi sanitaria ed energetica, su cui incombono non solo le instabilità di scenario derivanti dal perdurante conflitto russo-ucraino, ma anche le conseguenze del cambiamento climatico, che contribuiscono a rendere più “fragile” il nostro territorio. “In quest’ottica – si legge nel rapporto – prioritaria attenzione è stata riservata all’efficienza dei progetti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, soprattutto in relazione al rischio che insidiose ingerenze parassitarie, a opera di variegati attori economici, possano costituire un argine alla ripresa economica mortificando le ambiziose strategie di modernizzazione del Paese.”

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