Piccolo e fragile in campionato, dove a meno venti dalla vetta ha praticamente già abdicato al titolo. Ritrovato per una notte in Europa, magari non di nuovo grande, perché del pressing e delle altre virtù della squadra che l’anno scorso ha vinto lo scudetto si è visto ancora poco o nulla. Comunque abbastanza per battere il Tottenham 1-0 grazie al gol prezioso ed immediato di Brahim Diaz e sognare i quarti di Champions. Traguardo che non vale una stagione, quasi.
Pioli è stato bravo a mettere a posto i tasselli indispensabili. E fortunato ad incontrare una squadra ancora più in crisi della sua. Il Tottenham di Antonio Conte, quinto in Premier League, lontanissimo dalla vetta, in affanno persino per la qualificazione in Champions, è sembrato davvero una squadra di metà classifica qualsiasi: Perisic, l’ombra dell’esterno rimpianto a Milano sponda nerazzurra; Kane, bomber in parabola discendente; la difesa confusa, la mediana inadeguata. Poche idee, mai un guizzo. Alla fine, per quel poco che si è visto in campo, la sconfitta di misura è quasi un successo per gli inglesi, che almeno possono sperare di ribaltarla al ritorno a Londra.
Delle grandi notti di Champions c’è stata solo l’atmosfera, è mancato tutto il resto, in una partita scialba, proprio brutta ad essere onesti, in cui è successo il gol decisivo subito, e poi praticamente nulla per novanta minuti. Non è un problema del Milan, che aveva bisogno di certezze. Ed è ripartito dalle fragili dell’ultima vittoria col Torino, la difesa a tre, un modulo molto più coperto, non si fa fatica a definirlo attendista. Quelle più importanti le ha ritrovate in campo, anche grazie alla svagatezza del Tottenham. Pronti, via e arriva subito il gol che aiuta nel punteggio e nel morale i ragazzi di Pioli e indirizza la gara: Theo va a contrasto deciso e con una spallata si fa largo in area, il portiere Forster respinge due volte, sul suo tiro cross del francese e sul tap-in di Brahim, ma il terzo tentativo di testa e di voglia è quello buono.
I rossoneri sono già in vantaggio e si sentono più forti. Dall’altra parte del resto la squadra di Antonio Conte ha altrettanti problemi, che si vedono tutti a livello tattico e psicologico. Prevedibili e timorosi, gli inglesi macinano possesso palla, cercando Kulusevski sulla destra, appoggiandosi tanto sulle sponde di Kane per provare a infilare gli spazi, ma senza incisività. Sempre con la stessa manovra, che il Milan controlla sempre con lo stesso modo, attenzione, concentrazione, prudenza. L’occasione nel finale di tempo, traversa di Kane a campo aperto, è annullata dal fuorigioco piuttosto netto segnalato in ritardo dal guardalinee, quindi in realtà il Milan non ha rischiato nulla.
Non è nemmeno ripartito mai, un po’ per inerzia, un po’ per scarsa vena del solito Leao, l’uomo che dovrebbe accendere la luce e invece si è spento da settimane, non si è riacceso nemmeno stasera. Questo forse è il rimpianto più grande per Pioli, perché la retroguardia inglese le poche volte che attaccata è sembrata sempre sfilacciata. Lo dimostrano le due palle gol clamorose create nel finale, quando il Tottenham cercando poco convintamente il pareggio ha rischiato pure l’imbarcata. La più grande se l’è divorata De Ketelaere a porta spalancata da pochi metri, imitato subito dopo da Thiaw. Il belga poteva diventare il protagonista nella notte più importante, rimane un po’ oggetto misterioso, un po’ brutto anatroccolo. Per stasera va bene comunque l’1-0, chissà se basterà anche fra tre settimane a Londra.
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