Concept di puro design, ristoranti ambiziosi, trattorie moderne: grazie anche all’evento dell’anno, Brescia è pervasa dalla voglia di rinnovarsi, senza dimenticare la tradizione. Ecco i luoghi top

Nonostante il ricco patrimonio enogastronomico a disposizione e il benessere diffuso, Brescia in quanto a offerta culinaria è sempre stata il capoluogo meno brillante di una provincia che negli ultimi anni ha rafforzato un ruolo importante nella ristorazione: non solo gli stellati Michelin (undici, nessuno in città) ma anche le trattorie d’autore, le pizzerie e le pasticcerie (Iginio Massari in primis). Eppure Brescia è sempre stata un crocevia di cucina antica – quella delle valli, con evidenti richiami persino all’epoca camuna – con piatti quasi rituali come il Manzo all’olio o lo Spiedo, ma che non rinuncia al pesce di acqua dolce dei vicini laghi di Garda e Iseo. Tanti prodotti alpini come della Bassa, generalmente golosi. E una prestigiosa tradizione vinicola, con la straordinaria Franciacorta delle bollicine ma anche il basso Benaco, a chiudere il cerchio con il rosato migliore d’Italia e il sempre valido Lugana.
Il vento è cambiato, grazie soprattutto alla designazione come Capitale Italiana della Cultura del 2023, insieme a Bergamo. Durante tutto l’anno ci saranno decine di eventi e appuntamenti immersi nella straordinaria cornice storica e architettonica che attirerà per 12 mesi turisti da tutto il mondo. Nella Leonessa d’Italia si sente (e si vede) la voglia di essere finalmente protagonisti anche in cucina. Ed è facile pensare che nei prossimi mesi apriranno nuovi locali: il più atteso è Forme, che sarà guidato dalla giovane Arianna Gatti, storico braccio destro di Philippe Leveillé al bistellato Miramonti l’Altro di Concesio. Senza rinnegare del tutto la tradizione, ma scrivendo nuove storie. E soprattutto aprendo locali finalmente all’altezza, per qualità e ambiente: Milano – che ha strettissimi rapporti con Brescia, sociali ed economici – sicuramente stimola al confronto e fa venire tante idee. Noi vi presentiamo i dieci posti più convincenti e che meritano una visita, anche e soprattutto se non siete della zona. Ecco quindi dove mangiare a Brescia (e anche a Bergamo).
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La Porta Antica
Il miglior ristorante classico in città – all’interno di un palazzo d’epoca.- è quello del giovane chef-patron Augusto Valzelli. Dopo l’esperienza stellata all’Agrodolce di Imperia, è tornato a casa per proporre la sua cucina d’autore, che ha nel pesce il soggetto più amato. Menu dove i crudi non sono mai banali e si esplorano i sapori del mondo, senza perdere la mediterraneità.
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Veleno
Soffitti affrescati, pareti damascate, specchi dorati, camini, ovunque fiori profumatissimi: uno spettacolare salotto al primo piano di Palazzo Martinoni, in pieno centro. Da poco preso in gestione dai fratelli Ivan e Paolo Favalli, protagonisti assoluti nel Basso Garda con vari locali di successo, punta su una cucina in parte creativa e in parte di rivisitazione.
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Lanzani Bottega & Bistrot
La Bottega di Ale Lanzani, esperto patron, si affianca a una buona caffetteria e ai tavolini per il consumo rapido, soprattutto a mezzogiorno. Il Bistrot è invece la ‘bomboniera’, raggiungibile tramite la scala interna. Il menu è fatto di piatti ben eseguiti e godibili, che richiamano la tradizione italiana e si distinguono per una materia prima di altissima qualità
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Castello Malvezzi
Atmosfera da fiaba nel maniero di Colle San Giuseppe con vista su Brescia e dintorni. Interni curatissimi e un grande dehors estivo per godere della mano classica di Alberto Riboldi, con tre degustazioni tra piatti creativi (con tanto pesce) e bresciani, sempre con un tocco in più. Cantina importante.
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Aromi.group
Vivace – Brescia
Insegna ambiziosa e vivace, di nome e di fatto. Si trova in pieno centro, a due passi da piazza Vittoria. Uno staff giovane e ben formato si muove nella cucina guidata dal bresciano Davide Modesti, che firma una carta moderna e quattro menu degustazione da 50 a 75 euro (uno anche vegetariano).
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Areadocks
Un luogo di ricerca, gusto e tendenza, ricavato in un ex-magazzino ferroviario. Si possono acquistare oggetti di arredamento e capi di abbigliamento è ben frequentato per la lounge (con american bar, winter garden e giardino estivo), il Loft (cucina eclettica) e l’ultimo nato Oriental Japanese Restaurant
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Inedito
Il cognome inganna: Antonio Pappalardo ha origini meridionali ma è brescianissimo e soprattutto realizza pizze tra le migliori in Italia. Dopo la Cascina dei Sapori a Rezzato, ha conquistato i Tre Spicchi del Gambero Rosso anche con il piccolo locale in pieno centro. Impasti sempre perfetti e topping mai forzati. In più si beve bene.
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Officina del Mare
Una cucina fondata sulla freschezza della materia prima concorrono a raccontare il buono del mare, per quanto lontano. È questa la formula per il successo di un’insegna longeva e molto apprezzata in città. Crudité, primi classici, frittura di calamari e zuppa di pesce: i classici non deludoni mai. Tanti Champagne nella carta dei vini.
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La Piazzetta 2070
La sfida del giovane Simone Frerotti, che ha riaperto questa storica insegna cittadina. Rinnovati con cura gli interni, propone una cucina ambiziosa ed elaborata che attinge a fermentazioni, cotture non consuete e ingredienti da ogni dove. Due menu a mano libera e una carta ristretta ma al tempo stesso elaborata. Cantina centrata.
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Laboratorio Lanzani
Secondo locale di Ale Lanzani, oltre a rilanciare la zona di via Milano, sta conquistando il pubblico per l’ambiente di puro design, l’atmosfera sempre vivace e il menu eclettico che spazia da grandi cruditè di pesce agli hamburger, da primi golosi alle pizze. E si beve benissimo, soprattutto bollicine
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