- 22 Febbraio 2023 12:22
Sono anni che i sostenitori della mobilità elettrica parlano di battery swap, ma attuarlo non è affatto facile. Ci proveranno i ragazzi delle auto elettriche di lusso asiatiche con un piano ambizioso. I progetti dell’Elon musk cinese
Battery Swap, sì o no? Ma, soprattutto, che cos’è? Avete presente il cambio gomme nelle gare di Formula 1? Qualcosa di molto simile: quando l’auto elettrica deve fare rifornimento, anziché ricaricare la batteria ormai esausta la si sostituisce direttamente con una nuova.
COS’È IL BATTERY SWAP?
Pare una trovata molto poco green, ma in realtà si sposa alla perfezione con l’idea del vuoto a rendere e permetterebbe di avere ricariche veloci fino a quando la tecnologia non permetterà di avere rifornimenti veloci come coi pieni di benzina.
Di Battery Swap, o swapping, se ne parla dagli inizi del ‘900, prima che i motori endotermici prendessero piede. Pare che, oltre un secolo fa, la prima a ideare un sistema simile sia stata General Motors, con stazioni di posta riconvertite ad hoc.
LE CASE CHE CI HANNO PROVATO
In tempi più recenti, forse qualcuno ricorderà che l’alleanza tra i francesi di Renault e i giapponesi di Nissan (che ha appena subito un importante maquillage contenutistico) passò anche da quel tema, attraverso investimenti in una startup, Better Place.
Se ne occupò pure un’altra ex startup poi diventata colosso incontrastato della mobilità: Tesla di Elon Musk, ma lasciò perdere preferendo tentare la strada delle ricariche superveloci con tecnologie proprietarie.
TESLA PRODURRA’ BATTERIE SOLO NEGLI USA
Peraltro, proprio Tesla sta rivendendo i suoi piani europei per la produzione di batterie per auto elettriche. Il ministero dell’Economia del Brandeburgo ha confermato le voci che avevano iniziato a circolare con sempre maggiore insistenza sulla decisione, da parte dell’azienda texana, di sospendere il progetto per l’assemblaggio completo nella gigafactory di Grünheide, alle porte di Berlino, a favore degli Stati Uniti ingolosita – guarda caso – dagli incentivi fiscali sovranistici previsti dall’Ira di Joe Biden.
I CINESI DEL BATTERY SWAP
Ma torniamo al battery swap. Ora ci proverà un’atra startup, questa volta cinese, nata nel ’14 con lo scopo di produrre veicoli elettrici: Nio che vuole piazzare in Cina, entro la fine dell’anno, una rete di punti per lo swapping da 2.300 unità, secondo quanto dichiarato dal fondatore e presidente del marchio, William Li.
Si partirà senza indugio, con il posizionamento di 400 stazioni lungo le autostrade e 600 nelle aree urbane. E dato che Li, noto per il soprannome mediatico “Elon Musk cinese” non dimentica di provenire da una modesta famiglia della Cina orientale proprietaria di un caseificio sui monti dello Huangshan, ha già fatto sapere che l’azienda coprirà pure le regioni periferiche. Sfida nella sfida, in un Paese immenso.
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