Arriva una comunicazione della giunta regionale, presentata dall’assessore al Welfare Igor Taruffi, sulla situazione dell’accoglienza dei migranti in Emilia- Romagna, con particolare riferimento ai recenti sbarchi nel porto di Ravenna.
L’assessore rivendica “l’impegno dell’Emilia-Romagna sull’accoglienza. I numeri (in termini percentuali) ci dicono che siamo i primi in Italia: attualmente aiutiamo in regione 10.369 persone, circa il 10 per cento sul totale degli arrivi nazionali”. Sui due sbarchi a Ravenna, poi, riferisce che “la comunicazione è arrivata dal ministero degli Interni (che gestisce queste situazioni) solo pochi giorni prima”, spiegando che “serve un confronto più ampio (anche rispetto alla questione delle risorse dedicate) con il governo nazionale, che negli ultimi mesi non c’è stato”. Spiega poi che, rispetto ai due sbarchi, “sono scesi anche una novantina di minori non accompagnati, anche di sei anni o poco più, una questione che è per noi centrale, che è motivo di forte preoccupazione”. Sono, infatti, già più di 1.000 i minori non accompagnati accolti in Emilia-Romagna.
La comunicazione dell’assessore Taruffi è stata oggetto di un ampio confronto fra i gruppi presenti in Assemblea legislativa.
“Sono sorpreso del fatto che la giunta voglia fare questa informativa, cavalcando un tema come l’immigrazione per puntare il dito contro un governo di centrodestra, che, per quanto non possa piacere a questo esecutivo regionale e alla sua maggioranza, è stato legittimamente votato dai cittadini. Il centrosinistra è incoerente: quando è al governo, il tema immigrazione non esiste; quando governano gli altri, non fa che parlarne. In otto anni la giunta non si è mai lamentata di nulla quando la situazione degli sbarchi era peggio di quella attuale, ma lo fa ora che c’è un governo di centrodestra. Riconosco all’assessore Taruffi che oggi ci ha confermato che non possiamo assumere tutti i migranti economici”, spiega Matteo Rancan (Lega) che ricorda come “anche le Regioni di centrodestra, pure quelle marcatamente a guida leghista, fanno accoglienza, non solo l’Emilia-Romagna. L’Unione europea ci deve dare una risposta veloce sul tema immigrazione e accoglienza altrimenti sarà emergenza”.
Per Simone Pelloni (Lega) “è importante riflettere sui flussi migratori, come chiesto anche da papa Francesco, perché sono decine di migliaia i morti in mare. Più partenze ci sono, più morti si verificano. Dobbiamo lavorare sul diritto a non partire. Fermare le partenze deve essere un obiettivo dell’intera Unione europea e l’Emilia-Romagna deve fare la propria parte”.
Netta anche la posizione di Giancarlo Tagliaferri (Fdi): “L’accoglienza è un dovere, ma dobbiamo mettere fine alla tratta criminale di esseri umani e alla strumentalizzazione ideologica che la sinistra fa del tema immigrazione. Il centrosinistra e la giunta hanno due morali: quando a dover accogliere sono gli altri si grida e si dice che è un obbligo morale; quando ad accogliere, come in questo caso, deve essere la Regione Emilia-Romagna si cerca di fare lo scaricabarile. È impossibile pensare che tutta l’immigrazione pesi su un solo Comune, Lampedusa. Nell’accogliere chi è sbarcato a Ravenna questa Regione ha fatto solamente il proprio dovere, non c’è un governo cattivo e una Regione buona. La Regione finalmente si è rimboccata le maniche e ha fatto il proprio dovere, ha obbedito alle leggi dello Stato. Nessun eroismo, dunque”. Tagliaferri ha duramente criticato il nuovo segretario del Pd e già vicepresidente della Regione Elly Schlein: “Speriamo che sia più presente sui temi che stanno a cuore agli italiani di quanto lo sia stata da vicepresidente della Regione”.
Sulla stessa linea Marta Evangelisti (Fdi): “Rinnovo il cordoglio per i morti al largo della Calabria e ringrazio chi opera in queste situazioni. Ora -spiega- ci pare che l’assessore non abbia detto tutto quello che voleva dire: c’è un non detto e detto tra le righe che trapela dalla comunicazione di Taruffi”. Evangelisti ha anche difeso la decisione del governo di introdurre nuove norme in materia di immigrazione. “Chi si occupa di salvataggi in mare deve rispettare delle regole: i migranti si gestiscono con i decreti flussi e non facendo arricchire chi organizza i viaggi”, sottolinea Evangelisti.
Per Luca Cuoghi (Fdi) “oggi si ammette che legati all’immigrazione ci sono tanti problemi, è un fenomeno che va governato, come sta facendo l’attuale esecutivo nazionale”. Sulla scelta di Ravenna ha affermato: “È stato individuato il porto più adatto per lo sbarco, in quanto Lampedusa è al collasso”.
Pasquale Gerace (Partito democratico), che cita un intervento di David Sassoli, si sofferma sul tema dei diritti dei migranti: “Dobbiamo fare di più per gestire la mobilità umana, dobbiamo essere attenti ai diritti delle persone, non possiamo sfuggire alle risposte, non possiamo abbandonare donne, uomini e bambini in mare aperto, l’accoglienza deve essere adeguata, dobbiamo creare opportunità”. Parla poi della tragedia di Crotone: “Non possiamo permettere atrocità come quel naufragio, dobbiamo rafforzare le operazioni dei salvataggi in mare, collaborando con chi si occupa di attività umanitarie”. “Il fenomeno migratorio non è passeggero, sarà al centro della nostra agenda politica anche nei prossimi anni”, conclude.
Sulla stessa linea Gianni Bessi (Pd): “L’operazione di accoglienza a Ravenna dimostra che la solidarietà è un aspetto distintivo della nostra società regionale, un’umanità che ci unisce, una risposta a un’emergenza che riguarderà sempre più il nostro futuro”. “L’Emilia-Romagna si è fatta trovare pronta”, evidenzia. Per Antonio Mumolo (Pd) gli sbarchi a Ravenna “sembrano frutto di una strategia governativa che produce conseguenze: prolungare il viaggio dei migranti salvati in mare, aumenta le loro sofferenze e i costi”. “La storia è fatta di migrazioni, da sempre i popoli si spostano, poco tempo fa i migranti eravamo noi, ma tutto questo il ministro Piantedosi sembra ignorarlo”, conclude.
Francesca Maletti (Pd) ha puntualizzato: “Sono tanti i morti per raggiungere l’Europa, il continente che dà più opportunità. In passato tanti italiani, ed emiliano-romagnoli, sono emigrati per ricercare un futuro migliore”. Anche per Marcella Zappaterra (Pd) “l’Emilia-Romagna da tempo attua politiche di accoglienza, sostenute da leggi, e ha realizzato un sistema regionale organizzato”. Sulla scelta di Ravenna, si chiede “per quale motivo queste persone siano state costrette a restare tanti giorni a bordo della nave”. “Serve più trasparenza nel coinvolgere tutte le istituzioni interessate”, conclude.
Giulia Pigoni (lista Bonaccini) ha evidenziato: “L’Emilia-Romagna è una grande terra di accoglienza, sappiamo fare squadra”. Riguardo alla scelta di Ravenna per lo sbarco ha criticato: “La scelta del premier Meloni del porto di Ravenna è discutibile, perché chi era a bordo è stato costretto a giorni supplementari di navigazione”. È poi intervenuta sul ruolo delle Ong: “Pattugliano il Mediterraneo, vanno sostenute”.
Per Silvia Zamboni (Europa Verde) “l’Emilia-Romagna fa la sua parte e su di essa si può contare per fare accoglienza e solidarietà. Giorgia Meloni sbaglia nel ripetere il mantra ‘fermiamo le partenze’: stiamo parlando dei lager libici e non di resort di lusso. Chi rischia i viaggi nel Mediterraneo lo fa per scappare dai lager libici e non da alberghi a cinque stelle. Si ripetono mantra sbagliati. Siamo al paradosso del ‘annegati per colpa loro’. Una situazione sbagliata resa ancora peggiore dai recenti decreti del governo”.
Sulla stessa linea Federico Amico (ER Coraggiosa): “L’Emilia-Romagna è terra di accoglienza, che punta all’integrazione”. Sulla scelta degli sbarchi a Ravenna, “viene il sospetto -punge- che la questione non sia solo organizzativa”. Riguardo alle Ong, infine, il consigliere è netto: “Intervengono in mare perché non c’è un’Unione europea che opera in modo efficace, come dovrebbe essere”.
A chiudere il dibattito il presidente Stefano Bonaccini: “Anche noi siamo stati una terra di migranti, dobbiamo averne memoria, dobbiamo avere rispetto per chi emigra”. Poi sul tema dell’accoglienza: “Dovremmo provare a passare dall’emergenza alla gestione, serve organizzazione, serve una strategia. I numeri degli arrivi sono triplicati, non abbiamo un piano degli sbarchi, non si capisce come vengano scelti i ‘porti sicuri’, spesso in città amministrate dal centrosinistra. Dobbiamo uscire da questi pregiudizi e questo si fa solo attraverso il confronto. Lo dico in primis al ministro Piantedosi, ricordandogli che non abbiamo un piano sulla gestione delle accoglienze – anche rispetto alla distribuzione sul territorio nazionale dei migranti. Servono poi politiche serie sui flussi, per contrastare le tratte illegali, aprendo però, contemporaneamente, corridoi umanitari. In sintesi: dobbiamo puntare su modelli di integrazione”.
Al termine del dibattito è stata presentata dalla maggioranza una risoluzione che sarà discussa nella seduta di domani dell’Assemblea legislativa.